Prime parole da calciatore della Lazio per Ciro Immobile, presentato questa mattina. Queste le dichiarazioni del nuovo attaccante biancoceleste: “Sono felice di essere alla Lazio e di avere la possibilità di indossare questa maglia. Ho trovato grande organizzazione, spero che riusciremo a toglierci tante soddisfazioni. I primi contatti li ho avuti agli Europei. In Francia ho anche parlato della possibilità di vestire la maglia della Lazio con il presidente Lotito, che era con noi in qualità di dirigente. Klose è stato un grandissimo attaccante per la Lazio, raccogliere la sua eredità è una grande responsabilità. Vengo da due stagioni non semplici tra Dortmund e Siviglia, al Torino sono stato bene. Ora mi rimetto in gioco. Sono nel pieno della maturità e la Lazio è la scelta giusta. Ho trovato un bel gruppo, ho parlato con Inzaghi e con i miei compagni di Nazionale Candreva e Parolo. Voglio risposte importanti. Inzaghi l’ho visto in Primavera e in prima squadra, gli piace giocare palla a terra e con il 4-3-3. Sono movimenti che conosco, spero di esprimere al meglio le mie caratteristiche. E’ presto per fare paragoni, ricordo Signori e i gol di Giordano. La Lazio è un punto d’arrivo, questa società deve ambire ad andare in Champions e a mettersi in mostra nel calcio internazionale. La numero 17? L’ho scelta perchè ce l’avevo a Pescara, per me rappresenta tante cose oltre ad essere il giorno in cui è nata mia moglie.
In occasione della presentazione di Immobile è stato anche presentato il nuovo responsabile della comunicazione della Lazio, Arturo Diaconale, che sostituisce Stefano De Martino: “Ringrazio il presidente per la fiducia e l’occasione che dà a un giornalista tifoso laziale da sempre di occuparsi della Comunicazione della propria squadra del cuore. E’ un doppio ringraziamento sentito, non avrei mai immaginato di svolgere questa funzione. Chi mi conosce sa che sono una persona di principi e di dialogo. Credo in alcuni valori ma soprattutto la possibilità di dialogare e confrontarmi con tutti senza pregiudizi, ma pretendendo lo stesso rispetto che io manifesto agli altri”.
“Il compito che mi affida Lotito è impegnativo e affascinante: bisogna creare un nuovo clima intorno alla squadra e anche intorno alla sua immagine. Mi ha colpito molto un’affermazione di Sconcerti sul Corriere della Sera. Diceva i tifosi del Milan sono andati da Berlusconi a protestare. Berlusconi sta lì, nel bene e nel male ha fatto la storia del Milan. Lo stesso Lotito nel bene o nel male ha fatto quella della Lazio. Non è malese, non è cinese, sta qua e si prende le aggressioni di quelli che sanno che possono farlo perché sta qua. Dobbiamo ricreare un certo clima di amore intorno alla Lazio. Ho letto le parole di un rappresentante della Nord che ho molto apprezzato. I tifosi senza andare allo stadio perdono l’amalgama tra loro, lo stadio dà senso alla comunità. La comunità che è nello stadio è radicata nel territorio ed è molto importante. Se io contribuirò a far tornare questo sarò contento perché avrò portato a termine uno dei compiti che mi ha assegnato Lotito. Cominceremo un percorso importante, ne sono convinto”.
“La società sta costruendo una squadra importante. Peruzzi è un uomo dalle grandi capacità, io cercherò di fare il possibile. La lazialità è una storia, è una tradizione. Sono i sentimenti, le passioni e le emozioni che si portano da bambini. E’ avere assistito a Padova-Lazio quando avevo 11 anni e vedere esultare un bambino al gol di Selmosson. E’ qualcosa che dobbiamo recuperare. Bisogna andare allo stadio in un cima gioioso. A me dà fastidio vivere in un clima di tensione. Il gioco del calcio è il più bello del mondo e va vissuto in maniera diversa. La lazialità nella mia infanzia era uno spirito un po’ aristocratico. La Lazio veniva considerata la squadra dei signorini, siamo nati a Piazza della Libertà, gli altri nacquero molto dopo. Noi siamo sempre stati più educati e mi piaceva perché era un tratto distintivo positivo. Dobbiamo recuperare l’autorevolezza di chi va in giro nel mondo e viene rispettata. Dobbiamo smontare i pregiudizi che ci sono, non sono giusti nei confronti della squadra, della società e soprattutto dei tifosi. E’ un lavoro da fare insieme, dobbiamo recuperare il rapporto con la città di Roma. Dobbiamo essere all’altezza della città in cui ci troviamo”.
“Ognuno ha il suo carattere. Non posso io pensare di poter interferire in qualche modo sul carattere di un personaggio così poliedrico e vulcanico come Lotito. Ognuno di noi ha asprezze e piacevolezze. Non mi permetterò mai di imporre o chiedere a Lotito quello che voglio io. Non ci penso nemmeno. Ma cercherò di suggerirlo verso una maggiore comprensione. La mia presenza qui è anche un atto di fiducia verso l’intelligenza di Lotito. Lo considero vulcanico e intelligente. Il presidente mi ha chiamato il 25 luglio durante il Consiglio d’Amministrazione della Rai. Mi ha proposto il ruolo, poi ne abbiamo parlato. E ora eccoci qui. Cerchiamo di aprirci, di rilanciare lo stile Lazio, di recuperare il rapporto con la nostra comunità. Ci sono tutte le condizioni per poterlo fare. Vi ringrazio”.
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