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Il sosia di Mata lanciato da Montero: ecco Nahitan Nandez, l’eroe del Superclásico

‘El León’. O Wolverine. Questione di soprannomi, poco cambia: entrambi lasciano intendere che di huevos Nahitan Nandez ne abbia da vendere. Lui, il sosia di Juan Mata. “Ci assomigliamo ma io sono più bello”. Bellissimo per i tifosi del Boca. Unico, come ogni eroe dei Superclásicos: gol del definitivo 2-1 contro il River ed Olimpo assicurato. Al Monumental, l’odiata casa dei rivali già scacciati a -12 dopo 8 giornate del Torneo di Apertura. Boca primo a quota 24 grazie al volante classe ’95, uno che “quando ho tempo mi godo Maldonado (la zona di cui è originario, a 100 km da Montevideo) e le sue spiagge”. Magari sorseggiando il mate da buon uruguaiano o rilassandosi con la pesca in mare – altra sua grande passione – insieme alla sua bella, Sarah Garcia. Tipo tosto, Nandez. Da limare in certi aspetti caratteriali. Nel maggio 2017 fu processato in patria insieme ad altri 2 giocatori a causa della rissa scatenata in Copa Libertadores contro il Fluminense che vide coinvolti, tra gli altri, Felipe Melo. Non solo. Qualche tempo prima circolò in rete una foto che lo ritraeva completamente nudo scatenando non poche polemiche. Errori di gioventù dell’ennesimo talento di una generazione di giovani centrocampisti forse irripetibile dalle parti di Montevideo. Vecino, Valverde, Torreira e Bentancur, solo per citarne alcuni. Arrivato al Boca dal Peñarol in estate proprio per sostituire quest’ultimo partito in direzione Juve, Nandez ci ha messo un attimo ad ambientarsi: prima il gol all’esordio, poi la rete di oggi. Una di quelle che ti cambiano la carriera o, quantomeno, ti riservano un posto d’onore in eterno nel cuore dei tifosi Xeneizes. “Mi hanno detto che sembro nato per giocare nel Boca. Sarei felicissimo di diventare un idolo della tifoseria”. Dopo questo Superclásico la strada è tracciata, caro Nahitan. Tutto merito di quel Paolo Montero che ebbe il coraggio di valorizzarlo ai tempi della Primavera del Peñarol. L’ex difensore della Juve era letteralmente impazzito per quel giocatore forte tecnicamente e capace sia di dettare i tempi sia di recuperar palla tentando spesso gli inserimenti in zona gol. In una parola: polivalente. Lo fece crescere accompagnandolo fino all’esordio ‘coi grandi’ quando per uno strano segno del destino fece la prima apparizione subentrando allo storico capitano Antonio Pacheco. “Il mio idolo è sempre stato Riquelme ma da piccolo sognavo di diventare come Pacheco, alla fine ho giocato insieme a lui”. Nandez a quei tempi non poteva certo sapere che presto lui stesso sarebbe diventato il più giovane capitano della storia del Peñarol ad appena 20 anni. “Nahitan è un animale”, parola del suo ex allenatore Leonardo Ramos, colui che gli consegnò la fascia. Sull’uruguaiano in sede di mercato c’era la fila. Tra le tante, anche le italiane: Genoa, Fiorentina, Sampdoria e Lazio. Alla fine però l’ha spuntata la squadra del presidente Angelici per $4.000.000 grazie ai quali in estate si è assicurata il 70% del cartellino. “È un orgoglio giocare per il Boca. Sono felicissimo di giocare in un’istituzione del calcio mondiale”. Mai però avrebbe potuto immaginare un impatto così, degno del suo soprannome. Con tanto di gol decisivo contro il River. Giusto per far intendere a chi ancora non lo conoscesse che in quanto a huevos ‘el León’ non è secondo a nessuno.

Alberto Trovamala

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