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Il sindaco Gori e la sua Atalanta: “Immagino l’Europa…come una serie di trasferte a Reggio Emilia. Gomez un simbolo, vorrei incontrare l’Arsenal”

“Mi piaceva il Milan di Sacchi, ma lavoravo a Mediaset e lì stavano diventando tutti milanisti. Io sono un po’ bastian contrario di natura, così sono diventato atalantino. Poi mio figlio è cresciuto atalantino e non ho più avuto dubbi…”. E quanto sarà fiero di tifare Atalanta, Giorgio Gori, a maggior ragione dopo una stagione storica come quella appena conclusasi: il sindaco di Bergamo, intervistato da “La Gazzetta dello Sport”, ha parlato così delle generali sensazioni vissute in quest’annata, soffermandosi anche su temi extra campo e sulla futura presenza nerazzurra in Europa.

“Tifoso da sciarpa al collo? Non ancora. Mio figlio sì, tanto che a volte mi molla in tribuna autorità e va in curva con gli amici. Però chissà, magari per l’Europa vale anche la pena di mettersi una sciarpa…C’è un forte senso di identificazione tra comunità e squadra di calcio, e parlo ovviamente della città ma anche della provincia. Quest’anno le cose sono andate eccezionalmente bene, ma mai, neppure nei momenti più difficili, i tifosi hanno abbandonato la squadra. Il sostegno non è mai mancato”.

La questione stadio, poi, divenuto di proprietà atalantina: “Cambierà il futuro dell’Atalanta per un tempo lungo, va oltre la conquista dell’Europa che dopo 26 anni di assenza entusiasma la città. Si chiude una vicenda che andava avanti da cinquant’anni, tra mille ipotesi e discussioni. Il recente progetto di una cittadella sportiva in una zona agricola era costosissimo e non stava in piedi. Dopo aver studiato i casi della Juve, dell’Udinese e altri siamo arrivati alla conclusione che la soluzione migliore fosse la privatizzazione dell’impianto esistente. Abbiamo fatto un bando, subordinando l’acquisto all’impegno a ristrutturare lo stadio entro 6 anni. Sono arrivate due offerte e l’Atalanta se l’è aggiudicato, offrendo 8 milioni e 600mila euro. Complessivamente è un’operazione da 25-30 milioni: i lavori dovrebbero essere completati nei prossimi tre anni, sfruttando le pause estive. Sono molto soddisfatto perché sono dell’idea che avere lo stadio in città, raggiungibile a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici, sia una cosa molto positiva”.

Dall’ “Atleti Azzurri d’Italia” al tema-Europa: “Come la immagino? Come una serie di trasferte a Reggio Emilia! Purtroppo lo stadio non ha infatti ancora i requisiti per ospitare gli incontri casalinghi. Ma per i tifosi è un sogno che si realizza e dal punto di vista dell’immagine avere una squadra nelle coppe è un fatto estremamente positivo anche per Bergamo. Ho tanti colleghi sindaci a cui piacerebbe non poco essere al mio posto. Abbiamo una chat di sindaci e ogni tanto ci scappa lo sfottò, soprattutto fra lombardi. Con Sala (sindaco di Milano, ndr) non c’è stata occasione di parlare dell’Inter, ma la crisi delle milanesi è incredibile. Mi ha colpito la scelta di vendere che ha fatto Berlusconi. È vero che i tempi d’oro risalgono a diversi anni fa, però penso che gli sia costato molto. Sono stato a vedere Atalanta-Milan due settimane fa e devo dire che non vedere la testa lucida di Adriano Galliani nella fila sotto la mia mi ha fatto un certo effetto. Si è proprio chiusa un’epoca”.

Atalanta del passato e del presente, tra pupilli e simboli. Ed un piccolo auspicio sul sorteggio: “Mi vengono in mente Scirea e Donadoni. Ricordo che venni a vedere Donadoni proprio con Berlusconi dopo un meeting di lavoro. Venne a Bergamo, vide e comprò, così faceva a quei tempi. Il simbolo di questa Atalanta? Forse il Papu Gomez, per la sua umanità oltre che per aver fatto un campionato fantastico. In questa stagione c’è ovviamente stato anche il fattore Gasperini, molto importante. E c’è stato il grande lavoro di Percassi, che ha potenziato un settore giovanile già efficiente e di grande tradizione. Il film che si vedeva a Bergamo era sempre il solito: i giovani crescevano bene, venivano ceduti ai grandi club e si ricominciava daccapo. Ora con l’Europa League e lo stadio nuovo mi auguro che non sarà più così. Che almeno non ci saranno cessioni in blocco. E vorrei incontrare l’Arsenal: ho amici di Londra che sono tifosissimi. Sarebbe divertente”.

Redazione

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