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Il segno della pantera: il primo ruggito di Caicedo con la Lazio

Il graffio della pantera. Facile il collegamento tra il soprannome e il gol realizzato allo Zulte Waregem. Felipe Caicedo segna il suo primo gol con la maglia biancoceleste. Immobile riprende fiato dopo le fatiche del campionato e lui risponde presente. Forza, fisico e muscolarità le caratteristiche principali messe in mostra contro lo Zulte dall’ecuadoriano. Arrivato con il compito di svolgere il vice-Immobile, lui si prende il posto da titolare in attacco in Europa League. Tante occasioni contro il Vitesse, ma poi era servito l’attaccante napoletano per vincere la partita. Contro lo Zulte invece gli sono bastati diciotto minuti per graffiare e lasciare il segno decisivo nella partita.

I gol però non sono mai stati una costante nella sua carriera. Solo 81 in 334 partite, ma è tanto il lavoro nascosto che fa per la squadra. Importante per i compagni nella difesa della palla e qualche sponda, come quella accomodata sui piedi di Luis Alberto dopo mezz’ora, sinonimo di supremazia fisica.

Spalle larghe e fisico possente, forgiate a Guayaquil in Ecuador dove è cresciuto. Una lacrima impressa nella pelle, ricordi di un’infanzia difficile che si porta sempre dietro. La madre casalinga e il papà che vendeva la frutta nello stadio della città, per dare da mangiare a lui e alle sue cinque sorelle. Ma poi il riscatto e il “Cammino verso la gloria”. Come il titolo del reality calcistico che lo ha fatto conoscere in patria a soli 15 anni. Uno dei migliori talenti in Ecuador, pronto a fare la fortuna di qualche club europeo. Nella testa però non c’era solo il pallone, ma anche lo studio, che gli permette di conseguire il diploma informatico, un regalo fatto ai genitori che lo hanno sempre supportato. Poi Svizzera, Portogallo, Premier League, Liga, Russia, Emirati Arabi e di nuovo la Spagna. Il suo giro per il mondo, ad inseguire il sogno di essere calciatore.

Ultima tappa la Lazio, dove a 29 anni vuole trovare la stabilità, per lo meno nel club, visto il suo addio alla selezione tricolor: “Finisce il mio percorso con la Nazionale. Sono in assoluto disaccordo con la decisione di esonerare Quinteros” la motivazione del suo congedo. Ma nonostante i pochi risultati buoni per l’Ecuador, lui la porta con la maglia della sua Nazionale l’ha sempre trovata. Meglio anche di Neymar fino a ora, sette i gol segnati, nelle qualificazioni ai Mondiali, in Sudamerica solo Cavani è riuscito a fare di più. Oggi è arrivato il riscatto, dopo i soli 24 gol in 103 presenze con l’Espanyol.

Le gocce sul viso questa sera non sono lacrime, ma di sudore. Il segno di una partita giocata senza risparmiarsi e lasciando un’impronta indelebile nella vittoria contro lo Zulte, come una pantera.

Riccardo Setth

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