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Il rigore parato a Materazzi, le salvezze, i ricordi: Manninger torna a Siena e cena coi tifosi, la foto

Un tuffo nel passato. Possibilmente verso sinistra, come quel balzo che l’11 maggio 2008 ammutolì 80mila persone e negò all’Inter una festa scudetto già apparecchiata. Alex Manninger è tornato a Siena, immergendosi nei ricordi di un triennio (più di 80 presenze in bianconero tra il 2004 e il 2008, intervallate da una parentesi nel suo Salisburgo) intenso e sofferto, ma memorabile. Tre salvezze paragonabili a tre scudetti per i tifosi della Robur. Due terribilmente tormentate, ma forse proprio per questo ancora più belle, arrivate a pochi minuti dalla fine del campionato grazie alla zampata di un difensore (Stefano Argilli nel 2005 contro l’Atalanta e Paolo Negro nel 2007 contro la Lazio). E un anno da record, quel 2007/08 che ancora oggi rappresenta la migliore stagione del Siena in Serie A, con i 44 punti in classifica che saranno eguagliati quattro anni più tardi dai bianconeri di Sannino.

 

Manninger, oltre ad essere uno dei migliori numero uno nella storia della Robur, è rimasto nel cuore dei tifosi. Che ieri sera lo hanno accolto nella sede del Siena Club Fedelissimi per una cena amarcord. In 100 hanno risposto presente per salutare il ritorno nella città del Palio di “The Cat”, come lo chiamavano ai tempi dell’Arsenal: “Tornare qui è un’emozione fantastica – ha commentato Manninger – tre anni sono relativamente pochi, eppure qui ho vissuto un’atmosfera speciale. Dei miei ex compagni sento ancora Mario Frick, appassionato di golf come me (i due si incontreranno nei prossimi giorni, ndr), e il mio capitano Simone Vergassola, un vero leader”.

 

L’apice della parentesi in bianconero di Manninger (oggi all’Augsburg, in Bundesliga) è proprio quel rigore respinto a Materazzi, al cospetto un San Siro pieno in ogni ordine di posto:  “È un ricordo bellissimo, riuscimmo a ritardare la festa dell’Inter. E in quello stadio, sempre contro i nerazzurri, ho fatto anche il debutto in Europa in una gara di Coppa Uefa del ’96 con indosso la maglia del Grazer”. Dopo Siena, l’austriaco ha parato per la Juventus ritrovandosi spesso a sostituire Buffon, alle prese con alcuni problemi fisici in quella fase della carriera: “Gigi è un grande, un’eccezione, un professionista unico. Oltre al talento, ha una grande forza sia fisica che mentale: può giocare senza problemi ancora per almeno due anni”.

 

Alla cena era presente anche la futura proprietaria della Robur, l’imprenditrice ligure Anna Durio, in città per dare un’accelerata alla trattativa per il passaggio delle quote, che nelle ultime settimane ha subito alcuni intoppi. A Manninger, oltre a una sciarpa bianconera, è stata donata una riproduzione del bellissimo scatto catturato dal fotografo senese Nicola Natili in quel torrido pomeriggio di maggio: nella foto l’austriaco ha appena respinto il tiro di Materazzi e la palla è ancora sospesa in aria. Un po’ come l’evento di ieri sera, in bilico tra un passato glorioso e un futuro per il quale i tifosi bianconeri si augurano di rivivere certi fasti.

 

Giovanni Marrucci (@gmarrucci)