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Il recupero di Izzo, l’opzione Pinilla e il mercato: Juric alla vigilia di Genoa-Crotone

Stop di Roma in coppa ancora fresco, per il Genoa è già tempo di tornare in campo. Domani al Ferraris arriva il Crotone, trascinato in serie A un anno fa proprio da Ivan Juric, chiamato ora a sfidare e battere il suo passato per gettarsi alle spalle critiche e mancanza di risultati dell’ultimo mese e mezzo. Tutto in novanta minuti, che dal Signorini di Pegli l’allenatore rossoblù alla vigilia ha introdotto così.

“Che Crotone mi aspetto? Basta vedere i risultati che ottiene, ha perso tante partite per un gol preso negli ultimi minuti. È una squadra compatta, secondo me quella di domani sarà una partita difficilissima. – che arriva dopo una lunga striscia negativa del Grifone – Come riprenderci? Ritrovando la nostra identità e su questo abbiamo lavorato anche in questi giorni. Vorrei tornassimo quelli di prima, quando la squadra divertiva e tanti giocatori crescevano, anche se in quei mesi si sono persi dei anche dei punti per strada. Prima avevo sensazioni positive, voglio ritrovarle. Decisiva in negativo la gara di Palermo? Partite così ci sono una volta ogni dieci anni, non credo sia quello, non voglio neanche perdere troppo tempo su quello che non è andato. Ora voglio aiutare i nuovi a inserirsi, ridare certezze a chi le ha perse, anche a causa delle assenze all’interno dello spogliatoio. Se si è fatto bene per sei mesi vuol dire che non era male quello che si stava facendo”.

Sullo stato d’animo dell’allenatore in questo periodo difficile. “Se mi sento in bilico? Non riesco a pensarci in questo momento, a me stesso non penso, sono concentrato sui ragazzi. Se ne ho parlato con Preziosi? No, perché ora non mi occupo di questo ma dei miei ragazzi. Il momento io lo vivo bene, non vedo le cose negative, vedo la difficoltà di inserimento dei nuovi che è normale. Mi dispiace per i giocatori, penso a cercare di trasmettere sicurezza ai miei ragazzi quando vedo che non riescono a fare quello che vogliono. Le ultime due partite? Io le ho analizzate in relazione al passato, e ho visto che il calcio che abbiamo fatto a inizio stagione ha aiutato giocatori normali ad esaltarsi all’interno del collettivo non commettendo errori. Quindi dovremo cercare di tornare a fare il gioco che voglio io, posizionati bene, e allora anche gli errori individuali diminuiranno”.

Sull’undici che domani scenderà in campo. “Oggi Izzo si allena e spero stia bene perché vorrei farlo giocare. Simeone si é allenato, ne arriva da una febbre a quaranta che ti debilita, è un dubbio che ho per domani”. Pronto a partire dall’inizio al suo posto Mauricio Pinilla. “È uno di quelli che fa un po’ partita a sé, coi movimenti che piacciono a lui, da subito mi ha dato buone sensazioni, mi fa detto di sentirsi bene e di avere gamba, è un’opzione reale. La formazione? Non farò tanti cambiamenti, anche perché non ho molte scelte. Chi al posto di Rigoni davanti? Pandev dopo una partita ha bisogno di recuperare, abbiamo Morosini che si sta inserendo, Ninkovic ha un fastidio con gli adduttori. Ocampos? Fisicamente è una bestia, a livello di impatto e di battaglia fa molto bene, a livello tattico deve crescere e lo sa”. Dall’attacco alla difesa. “Orban? La concentrazione sia importante, penso a Biava che era l’esempio perfetto in quel senso come difensore. Lucas fa prestazioni buone poi macchiate da errori che costano la partita”.

Su di un possibile cambio di modulo. “Con tre partite in una settimana non c’è nemmeno il tempo per cambiare, poi quando un prodotto ha funzionato bene per del tempo come il nostro non credo si debba stravolgere. Come gestire il momento dal punto di vista mentale? Quando fai brutte prestazioni perdi anche sicurezza, a livello di autostima io ai ragazzi faccio vedere come eravamo. Le distanze giuste, il posizionamento, tutte cose che i giocatori hanno dentro e che quindi possono ritrovare”. A chiudere la conferenza una battuta sul mercato arrivato agli ultimi dieci giorni di trattative. “Cosa manca? Ci sono mancanze in senso di lavoro, questo è un periodo duro ma sono convinto che con un po’ di lavoro e di fortuna si riprenderà il cammino”.

Marco Bovicelli

Nato a Genova il 26 novembre del 1979, mi laureo nell'Università della mia città in Scienze della Formazione. Inizio a raccontare di pallone nel 2012 nella trasmissione "Goal Sera", sull'emittente ligure Telenord (anche se leggende metropolitane mi vogliono, microfono in mano davanti alla tv, a fare telecronache già all'età di cinque anni). Ho collaborato in qualità di redattore con fantagazzetta.it e ilpubblicista.it (testata online e cartacea con la quale lavoro tuttora). Giornalista pubblicista dal 2014, metto parole ed emozioni su Gianlucadimarzio.com dal novembre del 2013, per il quale ho iniziato seguendo quotidianamente la Sampdoria oltre a Genoa, Savona ed Entella. Sempre in viaggio, nella mia borsa non possono mancare penna, tablet e un buon libro.

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