“Il primo che para un rigore a Perotti merita un monumento…”. Migliore in campo per la seconda partita di fila, unico portiere in serie A ad aver parato due rigori in stagione: e dire che l’Uomo Cragno non doveva giocare. Il numero 28 del Cagliari ha strappato anche un altro primato speciale: è il primo portiere ad aver parato un tiro dagli undici metri a Diego Perotti. E secondo quanto dichiarato qualche mese fa da Stefano Sorrentino, solo per questo meriterebbe un monumento: 13 rigori realizzati su 14 per l’argentino, solo un palo era riuscito a fermarlo. Se il Cagliari fosse riuscito a strappare il punto meritato all’Olimpico gran parte dei meriti sarebbero stati del portierino Alessio Cragno, che evidentemente contro i giallorossi non è fortunato… Dopo 94′ minuti da 9 in pagella il ragazzo di Fiesole è scivolato sul più bello: il pallone respinto in mischia sbatte sul petto e sul braccio di Fazio e finisce in rete. Ma questo non cancella una prestazione “super”.
Tre stagioni per “spiccare il volo”, promessa mantenuta da Alessio. Esordio in A proprio all’Olimpico, il 21 settembre del 2014, quando Cragno, allora ventenne, fece il massimo contro la Roma: dopo un quarto d’ora, però, raccolse già due palloni dalla rete. Esordio schock nella difesa zemaniana: 14 presenze e 27 reti subite, la media di due gol a partita. Si sa, la serie A è un’altra cosa, San Siro e l’Olimpico teatri ben diversi dai campetti in cui Alessio ha mosso i primi passi con la Polisportiva Sieci, nella provincia fiorentina, appena tre anni prima. E non erano certo bastati i due campionati di cadetteria con la maglia del Brescia e tutta la trafila delle nazionali giovanili, dalla Under 17 fino all’Under 21.
Ma il Cagliari e il presidente Giulini in particolare, hanno sempre creduto in Alessio. Reattività, personalità e un pizzico di follia, un investimento per il futuro che ora dà i suoi frutti. L’esame Benevento, con la promozione da protagonista l’ha visto superare la prova a pieni voti, come i sei mesi a Lanciano, dal gennaio 2016. “La scelta di fare il portiere- raccontò Cragno ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com– “è nata per caso. Quando mi sono iscritto alla scuola calcio del mio paese, nella prima partita che ho fatto mancava il ragazzo che faceva il portiere e hanno messo me. Il ruolo mi è piaciuto, mi sono divertito e loro hanno visto che ci potevo stare e da li è iniziato tutto. Il giorno che è arrivata la chiamata del Brescia ho provato una grande soddisfazione e felicità, stavo realizzando il mio sogno di diventare un calciatore. Poi ovviamente c’era anche la preoccupazione di andare a vivere da solo, o in convitto, comunque lontano da casa. Avevo 16 anni e quindi un po’ di timore c’era, però è una scelta che rifarei senza dubbio”.
Alessio, invece, ce l’ha fatta ed effettivamente di strada ne ha fatta tanta. Esordio a 18 anni in serie b, durante Brescia-Modena del settembre 2012. Due anni di cadetteria e poi la chiamata del Cagliari. Quest’anno la consacrazione, un Cragno totalmente diverso dalla versione “zemaniana” e forse già pronto per la Nazionale maggiore, anche se lui frena: “Un passo alla volta. La Nazionale è il massimo e già partecipare agli stage rappresenta un segnale importante. Ero in lizza anche per la convocazione prima dell’infortunio, ma pazienza. Un mio pregio è il fatto che cerco di essere sorridente e di prendere in modo positivo tutto ciò che faccio. Un difetto, forse, che sono eccessivamente perfezionista e autocritico e a volte anche un po’ permaloso. Io un po’ pazzo? Penso che per pazzia si intenda il coraggio, perché mettere il volto, la testa, le mani, lì dove gli altri mettono i piedi è sicuramente una bella dimostrazione di coraggio. Non a caso tra i miei idoli c’era Higuita“.
A proposito di portieri sudamericani… L‘”uomo Cragno” si sta specializzando anche in un altro fondamentale, alla Chilavert o alla Rogerio Ceni: “Mi diverto a calciare punizioni in allenamento, tiro anche i rigori. Ma per ora non mi sono mai sentito di farlo in partita. Altri modelli? Come italiano non posso che dire Gigi Buffon. Penso che qualsiasi giovane portiere italiano guardi a lui come. Un altro portiere che mi piace molto è Iker Casillas. Al di là dei modelli, devo molto alla mia famiglia, perché senza il loro aiuto e il loro sostegno non sarei mai riuscito a intraprendere questo percorso. Poi a tutti gli allenatori che ho avuto nel corso delle mie esperienze. Ognuno di loro è stato fondamentale per crescere, come persona e come calciatore”. Alessio è poi un ragazzo controccorente: “Sono riservato e non mi piace mettere in piazza la mia vita privata. Uso poco i social e uso internet per studiare allenamenti e altri portieri. Mi piace leggere, amo i romanzi storici: adoro la trilogia di Novecento di Ken Follett. Perché il 17? Mi piace andare controcorrente. E poi non sono scaramantico“.
Donnarumma o Cragno? La Nazionale azzurra ha un futuro “roseo” e sicuramente è in “buone mani”…
Le parole di Edoardo Bove in occasione della presentazione della legge sul primo soccorso che…
Benjamin Šeško resterà fuori almeno per un mese a causa di un infortunio Durante la…
Il mondo del calcio ha presenziato all'evento organizzato da Mondadori per la presentazione del nuovo…
Dusan Vlahovic ha svolto alcuni esami al J Medical dopo il sovraccarico all'adduttore accusato in…
L'attaccante del Como Assane Diao ha riportato una lesione di basso grado al bicipite femorale…
Le parole del CT del Brasile, Carlo Ancelotti, in conferenza stampa prima della partita contro…