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Il Leicester dopo Ranieri: Craig Shakespeare the “Lucky One”

La riconoscenza è un valore che nel calcio presto viene sacrificato quando i risultati cominciano a mancare. La gratitudine, soprattutto a Leicester, invece resta. Sui muri, nei ritratti e sulla pelle dei tifosi delle Foxes. Il Leicester di Ranieri rimarrà come un’impresa folle, quello di Shakespeare invece è appena nato ma subito ha dato nuova speranza ai tifosi. Consiglio? “Lascia liberi i cani della guerra”, lo striscione poetico esposto prima della partita contro il Siviglia, che ha regalato al Leicester i quarti di finale di Champions League. Il ritorno dei campioni d’Inghilterra anche in Premier League con sei vittorie di fila e Craig Shakespeare che diventa il primo allenatore inglese a riuscirci al primo tentativo su una panchina. Prima di lui solo altri quattro allenatori: Ancelotti, Hiddink, Mourinho e Guardiola.

Cresciuto nel distretto di Perry Barr di Birmingham, ma calcisticamente a Walsall, poco più di 13 miglia da casa sua, un giocatore non eccezionale delle categorie minori, qualche colpo buono da trequartista ma niente di più. Un giocatore da 350 partite da professionista ed appena 59 gol. Il momento più alto, la vittoria del Walsall ad Highbury contro l’Arsenal in Milk Cup nel 1984, uno dei tanti miracoli prodotti dal calcio inglese. Al Leicester dal 2008 da assistente di Nigel Pearson, con la parentesi all’Hull City nella stagione 2010-2011. Malgrado il suo ruolo nell’ombra, i tifosi delle Foxes dovrebbero essergli grati, perché nel 2013 convinse uno sconosciuto Jamie Vardy a rimanere a Leicester. Per l’attaccante inglese era il primo anno con quella maglia, appena cinque reti in Championship e la voglia di cambiare aria. Non più il cielo grigio dell’Inghilterra, ma quello estivo di Ibiza, dove Jamie voleva trasferirsi per fare il PR. “Per fortuna non è andato a Ibiza, ora posso dire che ha preso la decisione giusta, considerando quanto bene ha fatto. Il compito è anche quello di sostenere i giocatori” ha detto l’allenatore del Leicester appena sedutosi sulla panchina.

Quello che Craig ha fatto appena preso il comando della squadra: un gioco basato sulla disciplina difensiva e sul contropiede, il gioco che ha reso inarrestabile il Leicester lo scorso anno. Shakespeare invece è rimasto lo stesso di sempre: a Birmingham, dove si estranea per allontanarsi dalla pressione della Premier League, al Perry Hall Park dove spesso lo si vede camminare con il suo cane. Lo stesso di sempre anche sul campo di calcio, sempre con i suoi due palloni sotto braccio. Tratto distintivo, come la gomma masticata da Alex Ferguson o il gesto di chiudere il cappotto di Arsène Wenger. Entrare a far parte dei grandi che hanno fatto la storia delle panchine inglesi è ancora presto. Intanto completa il mese di marzo con il 100% di vittorie e Leicester che diventa la prima squadra nella storia della Premier League a conquistare sei vittorie consecutive dopo averne perse cinque di fila. La vera reazione delle volpi lasciate libere nella guerra. Un nuovo capitolo nella storia delle Foxes, questa volta a firma Shakespeare.

Riccardo Setth

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