Impossibile distinguerli: “Ho sempre fatto fatica!”. Praticamente un’impresa: “Matteo o Federico? Di chi parliamo?”. In campo due funamboli. Centrocampista il primo, fantasista l’altro. “Tecnicamente formidabili già a 12 anni”. In una parola: “gemelli”. Talmente simili che bisognava correre ai ripari: “Avevo due squadre alla Roma, entrambe coi classe ’94. E sai come facevo distinguerli?”. Spara: “Uno il sabato, l’altro invece la domenica. A giorni alterni, solo così”. Sorride Tovalieri, ex allenatore delle giovanili della Roma. Ricorda, soprattutto. Perché quei due ragazzi lì, oggi, giocano entrambi tra i professionisti. “Ricci” di cognome, Matteo col Perugia e Federico col Sassuolo.
E contro la Sampdoria, domenica, quest’ultimo ha segnato pure il primo gol in Serie A: “Mi sono emozionato, dico davvero. Qualcosa di buono devo averla fatta…”. Tovalieri sale in cattedra, inorgoglito da quel “Fede” allenato tempo fa: “Era un bambino, ora segna in Serie A”. Into the…Sandro. Un’istituzione quando si parla di ragazzi: “Ne ho allenati tanti che poi sono arrivati”. Un elenco bello lungo, rispolverato in esclusiva su GianlucaDiMarzio.com: “Romagnoli, Verre, Mazzitelli, Pellegrini, Verde, Capradossi…”. Fino ai gemelli Ricci, Derrick 2.0 direttamente dalla capitale: “Li ho avuti per due anni negli Esordienti, già a 12-13 anni avevano grandi qualità tecniche”. Domanda scontata: “Il più forte tra i due?”. Tovalieri ci spiazza: “Credevo più in Matteo all’inizio, faceva cose incredibili col pallone. Federico era bravo, ma un po’ timido. Ma ora sta facendo benissimo, proprio come l’anno scorso col Crotone”.
Promozione meritata: “E’ un ragazzo serio, un professionista che vuole arrivare in alto. Ora viene il bello, sta a lui confermarsi”. Ambizioso, ma coi piedi per terra: “Con me mai una lamentela, mai una critica. Sorrideva sempre anche quando non giocava, poi non saltava mai un allenamento. Freddo, pioggia, neve, vento. Era sempre presente, si divertiva e ascoltava tutto”. Chicche e consigli, dritte e indicazioni: “Lo facevo giocare trequartista o esterno. Aveva corsa, piede, dribbling, creava la giocata, segnava molto e faceva segnare. Aveva tutto quindi. E ha tutto”. Proprio come Matteo, che col pallone “sapeva incantare”. “Un fenomeno, sul serio”.
Tovalieri stravedeva per lui, tant’è che Federico ogni tanto ne soffriva: “Un giorno arrivò al campo e mi disse che io vedevo meglio suo fratello, allora gli risposì di sì, con tutta la sincerità del mondo”. Diretto, Tovalieri. Ma efficace: “Gli consigliai di continuare a lavorare perché anche lui sarebbe emerso, ne ero sicuro“. Aneddoto spontaneo: “Contro la Lazio segnò un bel gol e venne ad abbracciarmi, scherzando mi disse “visto? Stavolta sono più bravo io!”. E infatti in Serie A segna prima “Fede”. “Il fantasista”. Ma il dubbio resta: sicuri non fosse Matteo?
Le parole dell'allenatore del Milan Massimiliano Allegri dopo la gara contro la Lazio, vinta 1-0…
Dopo il rocambolesco finale a San Siro il club biancoceleste non rilascerà dichiarazioni È un…
Finisce tra le polemiche la gara tra il Milan di Massimiliano Allegri e la Lazio…
Ritardato di 15 minuti il fischio d'inizio della finale di Copa Libertadores: tanti tifosi sono…
Prima del match contro il Milan, il DS della Lazio Angelo Mariano Fabiani ha parlato…
Le parole di Tare ai microfoni di Sky Sport, nel prepartita del match del Milan…