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Il caso Sergio Busquets

Difficile, quasi impossibile nella società odierna trovare qualcuno senza social network. E chi li disdegna è visto quasi come un eremita, che non si cala nella rete virtuale di contatti su cui si muove la società attuale. A maggior ragione c’è da stupirsi quando a rifiutare il proprio piedistallo social è un calciatore affermato, che gioca in una delle squadre più forti del mondo. Sergio Busquets detesta i social, ne è uno dei principali detrattori. “Se dipendesse da me eliminerei Twitter ad esempio, un luogo dove la gente crea profili falsi, dice e fa ciò che vuole” ha detto il giocatore in una recente intervista. Di fatto, è l’unico membro della rosa del Barcellona a non avere un profilo social né su Facebook, né su Instagram né tantomeno sul già citato Twitter. Un aspetto, questo, che lo accomunava col compagno di reparto Xavi Hernandez, con cui formava insieme ad Iniesta un centrocampo che ha riscritto la storia di questo sport. Anche se tra Xavi e Busquets passano otto anni di differenza, che rendono più comprensibile l’assenza social del primo e più singolare quella del secondo.

Se inizialmente poteva sembrare riduttivo ricondurre una scelta simile soltanto all’etica personale, adesso è praticamente impossibile. Per celebrità di questo calibro, i social sono al tempo stesso una fonte di guadagno molto significativa, che può tornare utile specialmente quando si sarà deciso di smettere col calcio giocato. Secondo una stima approssimativa, Busquets potrebbe arrivare a guadagnare anche intorno ai 200 mila euro soltanto come pubblicità da social network, visto il fortissimo seguito che potrebbe crearsi in breve tempo. E se normalmente è una somma ingente, in un’ottica futura farlo diventare un business non sarebbe una scelta azzardata. In questo senso, si giustificano i tanti personaggi che si affidano a dei professionisti nel settore, per incrementare il traffico delle proprie bacheche postando contenuti di qualità e con la giusta frequenza. In Spagna parlano di lui come “quello strano dello spogliatoio”, e a questo punto come dargli torto?

Salvatore Malfitano

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