Più che il ballo, sarà il bello delle debuttanti. Atalanta, Lazio e Milan, dette così: tutte d’un fiato. Le tre sorelle italiane che mano nella mano si presentano in Europa League. Belle, sì. Perché ognuna per verso suo ha saputo incantare e divertire. Il gioco spettacolare di Gasperini, la praticità di Inzaghi e le novità di Montella. Ma il bello è anche l’attesa. Quella di una vita per i tifosi dell’Atalanta, che a pochi chilometri da Milano hanno visto sempre i vicini giocare (e vincere) in Europa. Proprio come succedeva in casa Inzaghi dove Simone ha studiato da Pippo prima di superarlo con quel poker in Champions destinato a restare nella storia. Oggi l’Europa la vivrà da un’altra prospettiva – quella della panchina – e il bello, nel suo caso, sta nel fatto che il magic moment di Immobile è tale da poter consentire all’attaccante laziale di battere anche il record di gol del suo allenatore.
E cosa c’è di più bello per una squadra che ha vinto tutto come il Milan di aggiungere l’ultimo trofeo che manca alla sua bacheca? Non una semplice tacca in più sulla cintura, ma il primo passo verso l’apertura di un nuovo ciclo. Un anno fa lo ha fatto Mourinho con lo United. E a Stoccolma, sì, è stato bellissimo.
Per la prima volta dopo un’era geologica ci sono tutte le squadre italiane qualificate in Europa e anche questo è bello, anzi bellissimo. Come bellissimo sarà vedere i tifosi dell’Atalanta che ogni due giovedì si metteranno in macchina per andare da Bergamo a Reggio Emilia per le gare di Europa League, perché un appuntamento con la storia non si può perdere certo per questione di qualche chilometro. Lo sanno bene anche i tifosi del Milan che dalla Romania alla Macedonia di chilometri ne hanno fatti già tanti prima di potersi dire di nuovo in Europa. Chiedetelo a loro quanto sia stato bello vincere col Craiova oppure a Skopje. La risposta la trovate nei numeri dei biglietti venduti per la prima a San Siro in pieno agosto. Eccola lì la nostra grande bellezza, quella del made in Italy alla conquista dell’Europa. Le nostre piccole favole nel grande libro della storia del calcio.
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