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Bari formato bunker anche a Gela: 0-2 e miglior difesa d’Italia

Benvenuti a Bari, bunker d’Italia. Anche a Gela, sul campo dell’altro miglior attacco del campionato (23 reti a testa prima del fischio d’inizio) i biancorossi di Giovanni Cornacchini mantengono la propria porta imbattuta, portano a casa tre punti e si confermano sempre più in vetta al girone I di serie D. Copertina per il portiere Davide Marfella, decisivo in due occasioni sul capocannoniere gelese Alma nel primo tempo, quando il punteggio era sullo 0-0, e per il difensore Mattera, autore di un salvataggio prodigioso sullo 0-1, quando la formazione allenata da Karel Zeman è andata a un passo dall’1-2 con Sowe. Mancino a botta sicura con tutta la porta davanti e salvataggio in estirada del numero 4 biancorosso.

“Era una partita complicata, l’abbiamo interpretata con umiltà e grinta – il commento di Giovanni Cornacchini – se siamo in fuga? Noi pensiamo solo alla Nocerina che arriva domenica al San Nicola”. E a un curioso primato: 4 reti incassate in 12 partite, meglio di tutti dalla serie A alla serie D. La Juventus tritacarne in serie A, per intenderci, ha preso 4 gol in più, sebbene giocando 13 partite. Poi nel calcio ha ragione chi fa gol, e il Bari ne ha messi a segno già 25: un elenco al quale a Gela si sono aggiunti nel secondo tempo di Gela l’attaccante Simone Simeri, al quinto centro stagionale di testa su cross di Floriano, e il centrocampista Christian Langella: un destro violentissimo, piazzato sotto l’incrocio dai 25 metri, ha consacrato la crescita del centrocampista classe 2000 (“Dedico il gol alla mia famiglia, ho portato i pasticcini nello spogliatoio dopo il mio primo gol, contro l’Acireale, non penso di riportarli – ha scherzato – esultanza? Mi hanno tirato i capelli un po’ tutti”) e chiuso la partita.

Unica nota stonata nel pomeriggio a porte chiuse del “Presti” (i tifosi di casa hanno seguito la partita sui terrazzi circostanti), il ko a Franco Brienza: il numero 10, lanciato in campo nell’ultima mezz’ora, è uscito dal terreno di gioco con un vistoso impacco alla caviglia destra, per una presunta distorsione rimediata nell’ultima azione della partita, e sostenuto dai compagni di squadra.

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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