Metti una sera a cena, riunione tecnica per decidere il futuro. “Allora? Chi prendiamo?”. Taccuino pieno. “Servono due attaccanti”. Il ds scorre la lista. “Questi no, costano troppo”. “Questi? Idem, passiamo oltre”. “E questi? Sì!”. Eldorado: “Graziano Pellè e Martins Eder”. Nel 2012 alla Samp, insieme al giovane Mustafi. Oggi ai quarti di finale dell’Europeo di Francia, da protagonisti. 4 gol in 3 poi. E’ (sempre) Italia-Germania, in programma stasera alle 21 su Sky Sport: “Arrivarono tutti nella sessione invernale, la Sampdoria mi permise di investire sul mercato e presi loro…”.
Parola di Pasquale Sensibile, ex ds di quella squadra che centrò la promozione in Serie A: “Sofferta, ma fantastica”. Sensibile racconta in esclusiva, su GianlucaDiMarzio.com: “Quando arrivai trovai una situazione difficile, la Samp veniva da una drammatica retrocessione. Nonché da una stagione complicata…”. Prima il preliminare di Champions, perso col Werder all’ultimo minuto. Poi, a maggio, le lacrime di Palombo e il saluto alla Serie A: “Mi ritrovai il settimo monte ingaggi della A, in Serie B. C’erano giocatori molto forti, ma con blocchi mentali che impedirono alla squadra di decollare”. Via Atzori dopo poco tempo: “Cambiammo allenatore, arrivò Iachini”. Ma i problemi erano simili, almeno inizialmente: “9 gare, 9 punti”. Infine, il mercato di gennaio: “Alcuni andarono via, come Palombo e Semioli. Arrivarono altri, Munari o Gentsoglu…”.
Fino a Pellè, Eder e Mustafi. Uno per uno, Sensibile racconta: “Eder era già nei nostri pensieri. Iachini lo conosceva, lo aveva già allenato a Brescia. Al tempo giocava nel Cesena, pur essendo dell’Empoli. Erano in Serie A, il presidente Campedelli doveva giocare alcune partite importanti e ne ritardò l’arrivo di una decina di giorni. Ma si comportò da gran signore, come lo stesso Eder”. Motivo spiegato: “Pur sapendo che sarebbe stato trasferito alla Samp, fino all’ultima partita svolse il suo dovere col Cesena. E’ un ragazzo straordinario, davvero. Fuori dal comune, molto serio. E’ una delle persone a cui sono rimasto più legato di quella cavalcata. Ha una dolcezza e una sensibilità fuori dal comune. Ci siamo sentiti di recente…”.
Vai con l’ aneddoto: “Durante l’ultima amichevole della Nazionale, a Verona contro la Finlandia, mio figlio faceva il raccattapalle. Gioca nei giovanissimi dell’Hellas. Mi ha detto: “Papà, chi posso salutarti che conosci?”. Gli ho detto di andare da Buffon, Florenzi, Chiellini. Oppure da Eder. Lui è andato proprio da Martins. Rientrato in macchina mi ha detto “avresti dovuto vedere con quanto affetto ha risposto al saluto che gli hai mandato”. Allora il giorno dopo gli ho scritto un messaggio, ringraziandolo. Persona straordinaria”.
Infine Mustafi, Campione del Mondo con la Germania nel 2014: “Arrivò grazie alla nostra attività di scouting. Lo andammo a visionare insieme ad altri collaboratori. Alcuni erano perplessi, ma io avevo visto alcuni video, mi aveva dato buone sensazioni. Era in scadenza di contratto con l’Everton, lo prendemmo sei mesi prima. Diciamo che la Samp ha fatto una discreta plusvalenza…”. Eh sì. Ceduto al Valencia per 8 milioni due estati fa: “Inizialmente non parlava una parola di italiano, aveva un padre molto presente. Poi tanta personalità, dopo due mesi dal suo arrivò già voleva giocare dall’inizio. Durante la prima stagione giocò poco, lo prendemmo prima per farlo ambientare. Poi, l’anno successivo, giocò bene alcune partite in Serie A, anche come esterno destro. Legò molto con Soriano, questione di lingua”. Mustafi, Pellè, Eder. Prima la Samp, oggi l’Europeo. Anche una questione di mercato.
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