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Zlatan Ibrahimovic, campione trascendente

"Ogni tanto in questi giorni abbiamo scherzato, gli ho detto 'non essere stressato, che ci pensa Ibra'". Parola più che mantenuta, con Daniele Bonera. Una doppietta per respingere le inseguitrici, per tenere il Milan lassù e per alimentare la suggestione di trovarsi così in alto anche in primavera. E anche Ibrahimovic si gode la vetta, quella dei rossoneri e quella personale di una classifica marcatori che lo vede già in doppia cifra con sole sei gare giocate. È il primo giocatore ad arrivare a quota 10 in uno dei quattro campionati maggiori a 39 anni. Per quasi tutta la partita, anche il tempo – come spesso è accaduto nell'ultimo periodo – s'è dovuto fare da parte. Poi è dovuto uscire, per un problema muscolare: un insolito segno di umanità.

Ma per settantotto minuti è stato trascendente. Ha dominato gli avversari e trascinato i compagni, mettendo due sigilli sulla vittoria del San Paolo che inevitabilmente riporta alla mente il successo del 2010. Bonera, che l'ha allenato durante la settimana, era in campo. Come Gattuso, che oggi siede sulla panchina del Napoli. Ora come allora, a deciderla fu sempre lui e quel Milan poi vincerà lo scudetto. È presto per dare sostanza ad un parallelismo simile, ma al tempo stesso è vietato non crederci per i rossoneri. Ibrahimovic ha accelerato un percorso di crescita collettivo, il Milan ha chiuso la partita senza di lui e probabilmente dovrà farne a meno per i prossimi impegni. 

Sarà comunque effetto Ibra

Sarà una mancanza importante, senza dubbio, ma l'effetto Ibra resta su una formazione che riscrive, settimana dopo settimana, i propri limiti. Che si riscopre grande, capace di imporsi ovunque anche grazie alle sue giocate. Quattro vittorie in quattro partite (Bodo/Glimt e Rio Ave nei preliminari di Europa League, Crotone e Spezia in campionato) per i rossoneri, quando il coronavirus l’ha costretto lontano dal campo.

Il Napoli ci aveva pensato

 

E dire che un anno fa, più o meno di questi tempi, il Napoli ci aveva pensato a metterlo sotto contratto. "Se n'è parlato quando c'era Ancelotti, ma poi non ci abbiamo più ragionato perché non facevamo un punto" ha raccontato il direttore sportivo Giuntoli a Sky Sport prima della partita. I tempi difficili, attraversati dagli azzurri all'epoca, non hanno permesso all'idea di diventare qualcosa in più. E Ibrahimovic ha ricordato a tutti perché è sempre una buona idea puntare su di lui. Per quanto sia stato diplomatico sulla questione rinnovo, è difficile immaginare un Milan senza lo svedese. Anche a 39 anni. Perché i campioni, quelli veri, quelli trascendenti, sanno andare sempre oltre

Salvatore Malfitano

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