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I viaggi, le corna, le coppe e l’addio: Enzo Maresca smette… ma ricomincia dalla panchina

Il piacere del viaggio. L’amore per
il calcio. La fioritura in Inghilterra, la scoperta italiana e la
consacrazione spagnola. Mai banale, Enzo Maresca. Una carriera
da giramondo, la sua. Roba normale per uno capace di ‘prendere
il Toro per le corna’
. Un gesto eterno, quello contro i
granata. Stacco in cielo, palla nel sacco e via con l’esultanza.
Chiamateli attimi. Già, 5 maggio: trionfo inaspettato della sua Juve
ai danni dell’Inter. E tante altre emozioni. Dai 18 ai 36 anni. Un
uomo di mondo, Enzo. Fino all’ultimo capitolo, Verona.
Grazie di tutto e in bocca al lupo per il futuro”. L’annuncio
di Fusco, il ds dell’Hellas. ‘Crepi il lupo’, risponde
Maresca. Perché dopo aver giocato in quattro nazioni diverse, Enzo
smette. Sì, è ora di stabilizzarsi.

Stop. Ma si ricomincia, subito. ‘L’idea
in futuro è quella di allenare’.
Quando e dove? Presto per
dirlo. Anche se Enzo in panchina siederà, sicuro. E quante strade ha
preso la sua carriera. Valigia in mano, scarpette in borsa, pallone e
via. Subito lontano da casa, a 11 anni il primo esodo. Da Salerno a
Milano: in rossonero. Ma fu una parentesi breve al Milan.
Meglio crescere dove tutti ti conoscono, gli dissero: ritorno in
Campania. E invece, subito Cagliari. Seguendo poco dopo l’esempio di Gattuso:‘Vai all’estero, crescerai’. Detto, fatto. Il West
Bromwich
chiama, Enzo risponde. Serie B inglese, lontano da
tutti. A soli 18 anni, ma che esperienza. ‘In Inghilterra ho
vissuto emozioni incredibili. Come quella nel derby col Birmingham,
davanti a 45.00 spettatori
’. Enzo, però, ancora non sapeva
cosa gli sarebbe capitato. Perché due anni dopo bussa la Juventus.
Cambio dell’armadio, check out e dritto a Torino. Già, il Toro.
Che momento. Febbraio 2002: traversone di Thuram, incursione di Enzo.
Colpo di testa ed esplosione. E corna. Scimmiottando Ferrante,
un habitué del gesto.

Sì, scudetto con la Juve. 5 maggio.
Seguito poi dall’intermezzo alla Fiorentina. Poi? In
viaggio, sempre. Verso altri confini. L’esodo spagnolo, a Siviglia.
Con il gol al Barcellona nel 2006, finale di Supercoppa europea.
Senza contare il bis di vittorie in Coppa Uefa. Già, momenti. Come
il viaggio in Grecia, all’Olympiakos. Attenzione, arrivano
saudade e nostalgia : Italia? No, ancora Spagna. Di nuovo in
Andalusia. ‘Perché il trasferimento in Spagna fu la mia più
grande fortuna’
. Per poi chiudere il cerchio al Malaga. Infine
il biglietto di ritorno, nel 2012: a casa. Tra Sampdoria,
Palermo e, per ultima, Verona. Anche se con un totale
di sole otto presenze in gialloblù. Fino alla rescissione e
quell’in bocca al lupo. Perché Enzo è già pronto per
ripartire: questa volta dalla panchina.

Redazione

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