Tredici punti in sette giornate e una rimonta da 0-2 a 3-2 contro il Tottenham che ha tutto il sapore di un esame di maturità superato a pieni voti. Il Brighton di Fabian Hürzeler è intenso, elettrico e moderno. Non potrebbe essere altrimenti: l’allenatore tedesco ha solo 31 anni e trasmette tutta la sua energia alla squadra. In estate è arrivato in Premier League – il più giovane di sempre – dopo aver portato il St. Pauli in Bundesliga. Aveva il compito di non far rimpiangere Roberto De Zerbi, e l’inizio è stato promettente. “Fabian è un pazzo totale, in senso buono. Un malato di calcio”. Il racconto è affidato a Roman Plesche, amico di Hürzeler e collega di studi, nonché l’uomo che per primo lo ha lanciato su una panchina: da direttore sportivo del Pipinsried, Plesche scelse Hürzeler a ventitré anni come giocatore-allenatore.
“Conosco Fabian da più di dieci anni, abbiamo studiato insieme: condividevamo un appartamento e lavoravamo insieme durante gli studi”, racconta a Gianlucadimarzio.com. “E’ un ragazzo molto simpatico nella vita privata, ama trascorrere il suo tempo libero con la famiglia e gli amici. Sono le cose semplici che lo rendono felice. È una persona incredibilmente intelligente, sa come guidare una squadra, l’età non gli pesa. Vive per il suo lavoro, è meticoloso, vuole sempre migliorare. E con lui crescono tutti: i giocatori, i dirigenti e anche il club”.
Hürzeler ha sempre avuto la testa da allenatore. Già da giocatore, nelle giovanili del Bayern Monaco, convinceva tutti per leadership e idee. Emre Can, compagno di allora, era già sicuro: “Diventerà un crack, avrà una grande carriera”… ma non come centrocampista. Non a caso, Hürzeler è passato dal campo alla panchina da giovanissimo, su invito proprio di Plesche, che ci racconta quella conversazione: “Era calciatore nella seconda squadra del Monaco 1860 ma doveva allenare: ce l’aveva dentro. Era un bravo stratega e sapeva leggere bene ogni partita. Gli ho detto: ‘Smetti di giocare da professionista e inizia la transizione come giocatore-allenatore. Non ti preoccupare per l’età, hai le capacità per farlo’. Così ci siamo trovati insieme al Pipinsried”.
Già a ventitré anni il suo modus operandi era chiaro: bisogna cambiare la mentalità del club. Metodologie, strutture e competitività. Con il Pipinsried, in quinta serie tedesca, o con il Brighton in Premier League. “Ha lavorato giorno e notte, ed è quello che sta facendo anche ora. Nella nostra prima conversazione con l’allora presidente Conny Höß, prima ancora di parlare del contratto, ha chiesto: ‘Presidente, possiamo essere promossi la prossima stagione? Le infrastrutture sono a posto?’. Höß rideva: “La squadra prima deve salvarsi, poi magari si potrà parlare di promozione”. Continuava a ridere, pensava che quel ragazzino fosse un matto”.
Ma una piccola-grande rivoluzione era iniziata, correva l’anno 2016: “Fabian ha cambiato tutto a Pipinsried. Un esempio su tutti: il centro sportivo di solito apriva solo un’oretta prima dell’inizio dell’allenamento; lui ha voluto che fosse aperto almeno due ore prima. E ha iniziato a riempire le giornate con studio, tattiche e idee. Nessuno si aspettava cambiamenti così grandi, ma i giocatori miglioravano ogni settimana e alla fine siamo stati promossi. Le sue squadre, dal Pipinsried al Brighton, sanno fare tutto alla perfezione: possesso palla, transizioni rapide e un pressing strutturato”. Per informazioni chiedere a Erik ten Hag – sconfitto 2-1 alla seconda giornata – o ad Ange Postecoglu e al suo Tottenham, che in appena diciotto minuti ha visto rimontati due gol di vantaggio.
Intelligenza tattica e non solo, c’è un altro aspetto che Roman sottolinea dell’amico Fabian: “E’ anche un allenatore che tocca le corde giuste sul piano emotivo”. Non arrivi in Premier League a trentun anni per caso. I suoi modelli? “Si ispira a Tuchel e Klopp, due che in Premier League hanno fatto benissimo, e sono convinto che anche lui possa seguire la loro strada. È rimasto impressionato dal Brighton, le strutture sono ottime e vive già l’ambiente come una famiglia. Saprà toccare i tasti giusti per realizzare qualcosa di inedito anche qui”. Parola di amico.
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