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Hull City, exploit all’improvviso. E le Tigri fanno “piangere” gli allenatori italiani…

Inizio con il botto. I fuochi d’artificio, in questa apertura di Premier League, li fa l’Hull City. Dopo l’esordio con vittoria, la scorsa settimana, ai danni del Leicester campione, oggi le Tigri dello Yorkshire hanno raccolto altri tre punti sul campo dello Swansea. Prima Ranieri, poi Guidolin, le “vittime” tutte italiane della squadra giallonera. Così, neopromosso dopo un anno in Championship, l’Hull City guarda la Premier dall’alto in compagnia di Chelsea, Manchester City e Manchester United.

E dire che le Tigri, alla vigilia del campionato, vivevano un’atmosfera tutt’altro che promettente. Nessun investimento sul mercato per la prima squadra, andata in ritiro in Austria con appena nove giocatori, frutto delle scelte del presidente egiziano Assem Allam dopo il rifiuto della FA di cambiare il nome della squadra in “Hull Tigers” (nome poco gradito anche ai tifosi).

In panchina, dopo l’addio di Steve Bruce (il cui figlio, difensore, è in rosa), c’è il suo ex vice Mike Phelan. Due partite e due vittorie all’inizio della Premier, “impresa” mai riuscita alle Tigri, diventata la seconda squadra neopromossa a riuscirci nella storia della Premier dopo il Bolton nel 2001-2002. Un biglietto da visita niente male per l’allenatore “ad interim” che ora sente odore di conferma. Tra campo e panchina, 13 giocatori di livello più qualche “Under 21” a disposizione sia contro il Leicester di Ranieri che contro lo Swansea di Guidolin.

I nomi in maglia arancionera che spiccano sono quelli delle “ali”Adama Diomande e Robert Snodgrass, del capitano e difensore Curtis Davies e di Abel Hernandez, punta della squadra e vecchia conoscenza della Serie A al Palermo. L’Hull City ha giocato e vinto in contropiede, metafora di questo inizio di stagione che ha sorpreso tutti. In un calcio che ha regalato una favola la scorsa stagione, si può sognare. Sabato prossimo si va a Manchester a fare visita allo United di Ibrahimovic per un’inaspettato scontro “in testa”: in panchina c’è Mourinho che non è italiano, ma in serie A ha lasciato il segno. E oramai lo abbiamo capito, per l’Hull City tutto ciò che è legato al nostro calcio gli porta decisamente fortuna.

di Marco Da Pozzo

Redazione

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