Assembramento? Era consentito: e i 10mila della Puskas Arena non si sono fatti pregare. Era la finale di Coppa d'Ungheria: l'Honved, ex squadra di Sannino (sospeso proprio qualche mese fa), giocava contro il Mekovesd. A vincere sono stati proprio i primi: 2-1 per la squadra di Pisont, che in attacco ha schierato pure Lanzafame ("Il calcio va fermato" aveva dichiarato ai nostri microfoni). Non segna però l'ex Juve: autogol di Neszterov, quindi pareggia Pekar per il Mekovesd. Sarà poi capitan Kamber, 36 anni e simbolo della squadra, a chiudere i conti.
Ma come festeggiare l'ottavo titolo rossonero? Sotto la curva e con i tifosi. Cori verso la curva, abbracci, baci. Come se nulla fosse successo e il lockdown non fosse mai esistito. D'altra parte, l'Ungheria era già diventata "famosa" in queste ultime settimane, per il ribaltone politico portato avanti da Orban.
C'è chi parla di violazione di democrazia, ma si tratta di altre questioni. 10mila persone allo stadio, di questi tempi, fanno notizia. E sembrano immagini anacronistiche di un calcio che, lentamente, sta tornando in campo.
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