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Corsa e gol nel segno di Haaland, Højlund studia da top player

Un investimento importante da 17 milioni di euro, ma che inizia a dare i suoi frutti. L’Atalanta e Gian Piero Gasperini si coccolano Rasmus Højlund. Terza rete consecutiva, la prima davanti i suoi tifosi per il classe 2003 che studia da top player, segna alla Haaland e non fa rimpiangere Muriel e Zapata.

 

Højlund studia da top player

Biondo, sangue vichingo nelle vene e istinto da killer: non sarà Erling Braut Haaland, ma anche Rasmus Højlund sa come lasciare il segno. Terza rete consecutiva in Serie A, un impatto devastante per un diciannovenne impossibile da fermare. Almeno per la difesa della Salernitana (Clicca QUI per le ultime sulla panchina), che non è riuscita a stargli dietro.

Fisico possente, ma velocità e qualità per l’ex Sturm Graz, che non ha fatto rimpiangere Muriel e Zapata. Il 2023 dell’Atalanta si apre nel segno di Rasmus Højlund: suo il gol che ha aperto la rimonta contro lo Spezia, suo il gol vittoria contro il Bologna e ora una prestazione sontuosa – gol e rigore procurato – contro la squadra di Nicola. Adesso la prova del nove, o meglio del tre: quel Bremer, annichilito da Osimhen, che aveva fermato ogni attaccante che lo aveva sfidato.

 

“Può diventare un top player”

Fermarsi, ora, non è ammesso e per questo corre veloce l’attaccante danese, che studia il collega del Manchester City.Rasmus è un giocatore straordinario, non solo per il modo in cui trova il gol. Ha tutto per diventare un top player“, la benedizione di Gian Piero Gasperini.

 

Il paragone con Haaland non è un’eresia. Stesso fisico possente e stesso killer instinct, anche Rasmus sta mostrando di reggere. Eccome. Fisicamente devastante, tecnicamente sorprendente: il gol contro la Salernitana è un mix di forza e classe. Quarto gol in campionato, tre di fila: l’Atalanta si coccola Rasmus Højlund, un investimento azzeccato che corre e segna per diventare top player.

“Ha ancora molti margini di miglioramento“, catechizza il Gasp. Carota e bastone, come ci ha abituato l’allenatore nella sua carriera. È un diamante grezzo, Rasmus, e le braccia larghe dopo ogni gol – alla Ibrahimovic – indicano consapevolezza nei propri mezzi.

Pietro Agoglia

Ho lasciato il calcio giocato una domenica piovosa in un campo fangoso. Ma il richiamo era troppo forte: ho sostituito gli scarpini con la penna, una divisa con il computer e ora cerco di raccontarlo. Laureato, ma niente di serio. Quasi giornalista, la fumata bianca è vicina, ma mancano da definire i dettagli finali.

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