La somiglianza tra i due è spaventosa. Tanto che Mahrez quando l’ha visto ci ha scherzato subito, come si vede nel video postato dal Manchester City. Uno attaccante, l’altro centrocampista, ma i tifosi sono sicuri di aver trovato il nuovo Haaland in Alfie Harrison. Non tanto a livello di gol, quanto più a talento. Non sembra neanche essere un caso che il classe 2005 e il padre dell’attaccante norvegese abbiano lo stesso nome.
Ha già stregato Guardiola che nella settimana di avvicinamento al ritorno dei quarti di finale di Champions League contro il Bayern Monaco lo ha chiamato ad allenarsi con la prima squadra. Nel suo ultimo post su Instagram, ha messo le foto dell’allenamento con i “grandi”. Ce n’è una in copertina proprio insieme ad Haaland e i commenti sono stati invasi da “Haaland x Haaland” (“Haaland insieme Haaland”).
Il mito del “nuovo Haaland” era nato dopo che Alfie con una tripletta perfetta (gol di destro, di sinistro e di testa) aveva trascinato i suoi a vincere per 5-0 contro il Blackburn. Per lui in stagione 6 gol e un ruolo da protagonista nella vittoria del campionato, il quarto consecutivo per i Citizens, alla prima stagione con l’Under 18.
Gioca a calcio da quando ha 3 anni spinto anche dal papà Spencer, preparatore dei portieri del Bury e allenatore privato. Cresce a Bingley, vicino Leeds, ma la sua squadra del cuore è lo Sheffield United, sempre per la passione del padre. Con le Blades non ci ha mai giocato perché già a 9 anni lo tessera il City. A 15 anni firma anche un contratto con l’Adidas. A Manchester però passa uno dei periodi più duri della sua carriera quando si opera a entrambe le ginocchia. Lo shock è forte e il periodo di recupero molto lungo. Ma il club crede in lui. Tanto che per trattenerlo a 16 anni gli viene offerto uno strano rinnovo: un anno di scholarship (borsa di studio, contratto molto usato in Uk per i minorenni) e altri tre come professionista.
La sua passione più grande oltre al calcio? I tatuaggi. Non è neanche maggiorenne ma ne ha già 4. Un leone insieme a una rosa sull’avambraccio e una colomba sulla mano. Il primo e l’ultimo a tema calcio: uno con un bambino che gioca a Bramall Lane (stadio dello Sheffield), l’altro con Messi (suo idolo) che bacia la Coppa del Mondo.
Se ci metti l’amore anche per le macchine sportive, è facile inquadrarlo come il solito ragazzo cattivo dal grande talento. Ma dalle parti di Manchester sanno che può diventare qualcosa di più. Dopo quella tripletta contro il Blackburn aveva detto: “Voglio segnare più gol e fare più assist quando ho la mia occasione”. Non gioca nello stesso ruolo di Haaland, ma la fame calcistica di Alfie Harrison sembra la stessa.
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