Non gioca da agosto, quando si infortunò in amichevole contro la Roma. Lui che si sente laziale. È tornato, non è al meglio ma con l’Italia voleva esserci a tutti i costi. Lui è John Guidetti, nonno di Ferrara, cresciuto in Kenya (dove il padre ex rugbista lavorava), tanti provini in Italia e la scelta del Manchester City. Poi Olanda, Scozia e Spagna, dove oggi gioca con il Celta Vigo. Ha sconfitto l’Italia nel debutto dello storico Europeo Under 21 vinto dalla Svezia 2 anni fa, ha perso all’Europeo francese. Rieccoci per 3° e 4° atto: “Due grandi partite, di quelle che non ti vuoi perdere. Alla Friends Arena ci sarà il pienone, 50.000 persone, grande atmosfera. E sarà lo stesso a San Siro. Ci ho giocato una volta col Celtic, stadio magnifico. È come se il Mondiale fosse già cominciato: per una squadra continuerà, per l’altra finirà” – dichiara in un’intervista alla Gazzetta dello Sport.
Sulla doppia sfida: “Ovvio che l’Italia è favorita: tra le 4 che potevano toccarci era la peggiore, però è vero anche il contrario: penso che l’Italia avrebbe preferito non giocare con noi. Abbiamo rispetto per una grande squadra, ma paura non è la parola corretta per descrivere il nostro stato d’animo. Siamo usciti vivi da un gruppo duro con Francia e Olanda, abbiamo fiducia in noi stessi e siamo convinti di potercela fare. All’Europeo abbiamo perso solo 10 con un gol nel finale”.
Partita speciale per lei per John: “Chiaro. Ho sangue italiano, abbiamo una casa a Roma, mio nonno è sepolto a Ferrara e ogni tanto andiamo a trovarlo, la prima squadra che ho tifato da bambino è stata la Lazio; la prima partita che ho visto dal vivo è stata Lazio-Bologna con Eriksson allenatore nell’anno dello scudetto; il mio primo Mondiale in tv è stato Francia ‘98 e visto che non c’era la Svezia tifavo Italia per Baggio e Vieri, i miei idoli dell’adolescenza. Detto questo sono felicissimo e orgogliosissimo di giocare per la Svezia. Sfidare il mio secondo Paese è emozionante, ma il cuore è gialloblu. Contattato dall’Italia? No. Ho fatto tutte le giovanili con la Svezia. Nessuno dall’Italia mi ha cercato ma non penso che sarebbe cambiato qualcosa. Ho sempre voluto la Svezia perché è lì che sono cresciuto. Mi piace l’Italia ma amo la Svezia”.
Il resto dell’intervista potrete trovarlo sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport
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