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Guida alla prossima Serie A: il Cagliari 2021-2022

Dopo la sofferenza della scorsa annata con una salvezza raggiunta non senza patemi, il Cagliari si affaccia alla nuova stagione con rinnovato ottimismo.

Il ciclo con Leonardo Semplici, già iniziato lo scorso campionato, ha dato delle buone indicazioni: la voglia di dimenticare le ultime stagioni altalenanti sarà l’arma in più del Cagliari per puntare quantomeno ad una salvezza tranquilla e da raggiungere nel più breve tempo possibile.

 

 

 

Cagliari, i nuovi arrivi

I rossoblù hanno voluto costruire un mix equilibrato di gioventù ed esperienza. Davanti, le certezze: Joao Pedro e Pavoletti, saranno ancora i perni offensivi della squadra. Ad aiutare, poi, ci sarà anche il senegalese Keità Balde, arrivato negli ultimi minuti di mercato.

 

 

Dietro, l’uruguaiano Godin – e il connazionale e nuovo arrivato Martin Caceres – formeranno al meglio giovanissimi come Walukiewicz e Carboni, sempre più centrali nel progetto. Molti cambi, poi, sono stati fatti a centrocampo.

Infatti, sono arrivati Kevin Strootman e Alberto Grassi: l’olandese e l’ex Parma sono arrivati anche per via del brutto infortunio rimediato da Marko Rog, che ha lasciato un po’ scoperto il reparto. Sulla fascia sinistra, poi, ci ha pensato il brasiliano ex Inter Dalbert a rinforzare la rosa

 

 

Sforzo economico importante infine anche sul fronte riscatti: Razvan Marin e l’esterno Gabriele Zappa sono ancora due giocatori del Cagliari, grazie alla cifra complessiva di 13,5 milioni di euro sborsata dalla società per loro. 

 

 

La formazione tipo

CAGLIARI (3-5-2): Cragno; Walukiewicz, Godin, Carboni; Zappa, Deiola, Marin, STROOTMANDALBERT; Joao Pedro, Pavoletti. All. Semplici (confermato).

A cura di Lorenzo Gentile

Lorenzo Gentile

Classe 1996, nato a Napoli con il desiderio di girare il mondo, stadio dopo stadio, cresciuto con il sogno di commentare le partite più strane, più ricche e magari anche quelle più grandi. Oltre alla telecronaca, adoro il mondo segreto e misterioso del calciomercato. Lascerei il giornalismo solo per allenare in prima persona, forse. Mi sento un leader gentile (di cognome e di fatto, come dico sempre) ma sempre carico di passione e voglia di migliorarsi

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