Tre maestri della panchina insieme sullo stesso palco: Arrigo Sacchi, Carlo Ancelotti e Pep Guardiola sono stati tra i protagonisti del Festival dello Sport a Trento. L’allenatore del Manchester City ha così parlato l’Auditorium Santa Chiara di Trento:
“Chi gioca meglio vince? Direi di si, ma a volte non succede. Nel calcio tutto è aperto, mi auguro che chi gioca meglio possa vincere. Il Sassuolo di De Zerbi fa un calcio molto propositivo. Cruyff è stata la persona più importante che ho avuto: lui ci aperto gli occhi, ha imposto un tipo di calcio. Ci ha insegnato un modo di giocare, ci spiegava perchè si vinceva e perchè si perdeva. Ci ha fatto innamorare di questo gioco, non solo perchè vincevamo”, le parole di Guardiola.
L’allenatore del City ha poi aggiunto: “Tiki taka? Io non ho inventato nulla. Noi abbiamo vinto con sette giocatori del vivaio, avevano fatto un percorso fin da piccoli. Ci siamo trovati, giocatori e noi dello staff. Ci capivamo, loro e noi avevamo imparato un tipo di calcio negli anni. Volevamo mangiarci il mondo, avevamo fame, voglia. Siamo stati costanti per molti anni, questa è stata la nostra forza. Gli piaceva giocare a calcio”.
“Il tiki taka è un concetto che non mi piace. Attaccavamo con un senso, la parola sembra che sia un atteggiamento ludico, quasi di scherno. Ma non è assolutamente così. Abbiamo fatto epoca? Solo il tempo potrà dirlo. Se verremo ricordati anche tra 20 anni, allora sì avremo lasciato qualcosa”, ha proseguito Guardiola.
Che ha poi parlato così di Messi: “Leo è un animale competitivo, feroce. Che aiuta gli altri ad essere competitivi, odia perdere e gioca come fosse un bambino. E nei grandi eventi, se la squadra lo accompagna, lui fa la differenza. Insieme a Cristiano abbiamo vissuto e stiamo vivendo un’epoca di due fenomeni”, ha aggiunto.
Guardiola parla poi delle ambizioni del suo City in Champions: “Il nostro più grande successo come società è stato una semifinale. Non so se siamo pronti a vincere la Champions, non abbiamo una storia alle spalle. Le favorite sono quelle che hanno una storia più importante. La Juve con l’acquisto di Cristiano Ronaldo ha voluto dire: ‘quest’anno la vogliamo’“. Chiusura su una sua possibile esperienza nel nostro campionato: “Futuro in italia? Perché no, il talento c’è e non vi manca nulla”.
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