Grinta e personalità: “Basta guardarlo in faccia!”. Strootman is back, calvario finito

Così parlò Kevin Strootman. Coi fatti, col gol. Con personalità. Una sola parola: “Grinta”. Quel “daje” tipico romano che precede un urlo forte. Il suo, di Kevin. Che segna e ringrazia. Frittata Wallace in area di rigore, bussola persa. Domande varie: cosa prova a fare? Cosa voleva fare? Anzi, cosa fa? Tenta un doppio passo e Strootman ne approfitta. Pallonetto, gol. Stavolta il calvario è finito per davvero, rabbia e adrenalina come ingredienti principali di un giocatore trainante. “Una presenza che conta”. Sofferenza, infine, come chiave di volta di un recupero inseguito a lungo. Cercato, voluto, trovato. Fino al derby vinto per 2-0 (di Nainggolan l’altra rete della Roma). I tifosi lo chiamano la Lavatrice, l’olandese recupera palloni sporchi e li restituisce puliti. Come oggi. Lavatrice perfetta e protagonista. Unico neo? Il (brutto) siparietto con Cataldi, poi espulso. Parola al video: Strootman gli tira l’acqua, il centrocampista lo prende per la maglia e reagisce alla provocazione. Episodi infelici che sarebbe meglio non vedere. Ma tant’è, il risultato è quello, due reti a zero per Spalletti&co: “E’ stata una vittoria fondamentale, volevamo vincere!”. Detto, fatto. Continuità ritrovata per lui, 10 partite da titolare su 15 giocate in Serie A e già due reti (più la terza in Europa League). Decisivo. E Spalletti se lo gode: “Basta guardarlo in faccia per capire tutto, ha tanto entusiasmo”. Un volto che trasmette grinta, quel “daje”. Poteva segnare anche Dzeko, ma Strootman l’ha spostato. “Stavolta segno io”. Personalità e uomo derby, Kevin he’s back. Calvario finito.