“Mes que un club”. A stadio vuoto, è questa la famosa scritta che si legge tra i gradini di fronte alla tribuna stampa. Ma stasera lo stadio non è vuoto, nonostante la pioggia (e il freddo) che non ci si aspetta a fine aprile in Spagna, nonostante il turno infrasettimanale e nonostante la partita di oggi con l’Osasuna sembri una pratica semplice da sbrigare dopo l’impresa del Bernabeu. E non è vuoto perché oltre il tifo blaugrana, la terza rete di Messi a Madrid ha di fatto riaperto la Liga: 3 punti contro i Blancos e aggancio in vetta (anche se la squadra di Zidane deve recuperare il match col Celta Vigo). Tre gol pesanti, ma due pesantissimi, quelli del numero Dieci, che sono il 499 e il 500 con la maglia che indossa da quando ha 13 anni. Record siglato tra le mura del nemico. I colori blaugrana ostentati nello stadio del suo antagonista Cristiano Ronaldo, ma che festeggia oggi, tra i suoi tifosi, segnando anche il 501 e 502. Finisce 7-1 con l’Osasuna in…Barca. Luis Enrique tira fuori Messi che si prende gli applausi e l’affetto (tanto) di un pubblico che durante la partita spesso fa partire dal petto un “Meessi Meeessi” che stordisce. Lo cercano in campo, lo osannano sugli spalti, e non poteva che essere uno striscione per La Pulga (“Graciès Leo 500 gols”) ad oscurare quella scritta sui gradini.
Mes que un club. Mes que un jugador.
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