Il pallone in fondo alla rete e uno stadio che urla il tuo nome. I compagni che ti abbracciano, i tifosi che esultano e, perché no, gli avversari che tremano. Certe emozioni vanno oltre lo stadio e la categoria. Qualcuno, addirittura, ne ha fatto il proprio pane quotidiano, e non ha la minima intenzione di farne a meno. La Serie C è da sempre un binomio perfetto di freschezza ed esperienza. Ventenni ambiziosi cercano di affermarsi sognando la Serie A, mentre dall’altro lato qualche ultratrentenne dal passato glorioso continua a scendere in campo con la stessa determinazione che, dieci anni prima, impiegava a San Siro o all’Olimpico di Roma.
Guai, però, a chiamarli “vecchietti”. L’artigiano più bravo, d’altronde, è sempre quello con più esperienza alle spalle. E la fame, si dice, vien mangiando. A prescindere dall’avversario che si ha di fronte e dal curriculum che ci si porta appresso: ad alcuni di loro, probabilmente, basterebbe il proprio nome per ricordare la grandezza della carriera che hanno le spalle. Eppure, in campo, sono ancora i primi a lottare su ogni pallone.
La copertina dell’ultimo weekend di Serie C è tutta loro, conquistata a suon di gol decisivi e prestazioni di gran lunga sopra la media: Ciccio Lodi, Andrea Caracciolo, Daniele Cacia e Pablo Granoche. I bomber… senza età. Già protagonista lo scorso anno con il Catania il primo, esordienti invece tutti gli altri – ad eccezione di Cacia, che in C aveva già giocato una decina di partite con SPAL e Pistoiese -. Tutti reduci da un campionato di B, in estate per loro è iniziata una nuova avventura, rispettivamente con le maglie di Feralpisaló, Novara e Triestina. E, nella scorsa giornata, hanno timbrato il tabellino di fine match come meglio sanno fare: a suon di gol.
In Feralpisaló-Teramo, l’Airone ha aperto le danze al 55’ con la rete dell’1-0, mentre nella trasferta di Piacenza è stato Cacia, grande ex della partita, a schiacciare gli avversari con una doppietta, con Eusepi che al 90’ ha poi insaccato la rete dello 0-3. E se il ritorno del bomber ora al Novara non è stato dei più dolci per i tifosi del Piacenza, tutto l’opposto si può dire del Diablo Granoche, che a 35 anni e in occasione della terza partita casalinga della sua Triestina, è riuscito a trovare la prima rete in campionato, la prima in assoluto della sua nuova esperienza a Trieste, dove è tornato nove anni dopo l’ultima volta.
Era il 4 aprile del 2009, infatti, quando un colpo di testa dell’attaccante uruguagio portò la Triestina sul momentaneo 3-0 contro il Rimini, in una partita poi terminata 4-0. Quello, fu l’ultimo gol del Diablo con la Triestina… 1.0, prima del tanto atteso ritorno concretizzatosi nei mesi scorsi. A quei tempi, Pablo era alla prima esperienza nel calcio italiano, la Triestina l’aveva “pescato” in Messico e aveva speso un milione di euro per assicurarsi il suo cartellino.
E ci aveva visto lungo, considerando che con 97 reti all’attivo Granoche è diventato il miglior marcatore straniero nella storia della B. Raggiungere quota 100 sarebbe stato un traguardo importante, ma le speranze di riuscirci non sono del tutto pari a zero: il contratto di Pablo scadrà nel giugno 2020. E se la Triestina quest’anno dovesse chiudere in vetta… mai dire mai. Per ora, godiamoci i suoi gol.
Il peso della loro esperienza, in campionato, si sentirà eccome. Dentro e fuori dal campo: anche nello spogliatoio, Caracciolo & Co. avranno un peso determinante. Il più giovane di loro è Lodi, 34 anni, direttore d’orchestra in casa Catania ed esperto in calci piazzati. Granoche e Cacia sono classe ’83, mentre Caracciolo nemmeno un mese fa ha compiuto 37 anni. Insieme, contano la bellezza di 90 reti messe a segno in Serie A. Sono oltre 400, invece, quelle in Serie B, comprensive di playoff e play-out.
Adesso, per loro, è cominciato una nuova avventura. Sono scesi di categoria, ma i progetti che hanno sposato non peccano certo di entusiasmo e programmazione. La Serie C è, per loro, un mondo pressoché tutto da scoprire, ma la fiducia riposta da compagni e tifosi nelle loro giocate contribuirà a far crescere l’adrenalina e a regalare loro l’entusiasmo di un esordiente. Per loro, in effetti, il pallone in fondo alla rete sarà per sempre la gioia più bella, da inseguire partita dopo partita. Sono fatti così, i bomber senza età.
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