Interviste e Storie

L’arte del ripartire: Giuseppe Leone, il gioiello della Juve Stabia

Giuseppe Leone, Juve Stabia (imago)

Dalle giovanili della Juventus alla leadership in gialloblù: ecco Giuseppe Leone, il gioiello della Juve Stabia 

Ripartire, crescere e reinventarsi a prescindere da tutto. Prendere consapevolezza delle difficoltà e utilizzarle, ancora una volta, per rendersi conto che la forza sta tutta nella capacità di rialzarsi a testa alta quando si cade. Far splendere la propria stella, quantomeno nel calcio moderno, non è soltanto una questione di talento e fortuna, ma anche di pazienza, sacrificio e capacità di adattamento. La storia di Giuseppe Leone comincia proprio qui: da una stella, la sua, che oggi illumina il Romeo Menti, casa della Juve Stabia, dove il centrocampista è riuscito ancora una volta a riscrivere il proprio destino.

La Juventus e l’etichetta del predestinato

La carriera di Giuseppe Leone comincia nella sua città natale, Torino, in uno dei settori giovanili più prosperosi del panorama italiano: quello della Juventus, dove arriva nel 2007, a soli sei anni. Prima il J College, poi l’esordio in Primavera a 17 anni e infine le due stagioni in Serie C con la maglia della Next Gen. Accanto a lui, nei campi di Vinovo, si allenano fenomeni come Dybala e Cristiano Ronaldo, da cui assorbe la mentalità da campione e la continua voglia di migliorarsi. Qui, il suo talento non passa di certo inosservato: la sua tecnica cristallina e la sua visione di gioco lo pongono inevitabilmente al centro dei riflettori con l’etichetta del “nuovo Pirlo”, giocatore dal quale ha fin da sempre preso ispirazione per il suo ruolo così come con Pjanic, con cui ha condiviso anche campo e allenamento. Ma essere “il predestinato” non è mai una garanzia. Non bastano il talento e l’etichetta per arrivare in alto: ci vuole anche la capacità di affrontare le sfide più dure, di scendere nei campi più difficili per riuscire a risalire più forti. Ed è stata proprio questa la strada scelta da Giuseppe Leone, senza paura di affrontare il suo percorso lontano dalla sua casa, lontano da Torino.

Nel frattempo, poi, le passioni al di fuori del campo. La musica, il pianoforte – che suona ogni volta che può – e lo studio. È questo l’universo che Leone coltiva quotidianamente, con la laurea triennale in Economia Aziendale all’Università degli Studi di Torino ormai a pochissimi passi.

Giuseppe Leone, Juve Stabia (Juve Stabia)

La rinascita a Castellammare di Stabia

Dopo gli anni tra Torino e Siena, è alla Juve Stabia che Giuseppe Leone trova finalmente la sua dimensione. A Castellammare, proprio come agli inizi, tutto sembrava guidato dal destino. Leone aveva lavorato con Guido Pagliuca nella stagione precedente, quella di Siena, conclusasi con il fallimento della squadra toscana. Con lui era diventato il leader assoluto del centrocampo bianconero con un totale di 36 presenze, e non è di certo un caso se, proprio a Castellammare, Pagliuca lo ha voluto di nuovo fortemente fin dalla prima sessione di calciomercato. Il risultato non si fa attendere: la Juve Stabia vola verso la Serie B, e Leone è tra i protagonisti indiscussi della promozione con 34 presenze e 4 reti. Eppure, non sono soltanto i numeri a raccontare la sua prima stagione in gialloblù: con la palla tra i piedi, Leone spicca ancora una volta per calma, intelligenza tattica e capacità di sentire il gioco come pochi altri. E mentre il sogno della Serie B si fa realtà, Leone diventa sempre più il simbolo di una Juve Stabia che non ha mai smesso di sorprendere.

A completare un percorso di crescita, poi, c’è sempre l’affermazione. La prima stagione in Serie B di Giuseppe Leone con la maglia della Juve Stabia è un crescendo: 15 presenze, 2 assist e una percentuale di passaggi riusciti che sfiora l’87%, confermandosi ancora una volta come uno dei talenti più promettenti della categoria. A dicembre, il rinnovo del contratto con i gialloblù fino al 2026 è il segno che la società crede fermamente in lui. E il futuro, come sempre, è un libro aperto tutto ancora da scrivere.

Gianluca Comentale

Classe 1999. Laureato in Mediazione Linguistica e Culturale, ma cresciuto con una penna in una mano e un sogno in un'altra. La penna l'ho sfruttata, il sogno si coltiva all'infinito. Il calcio mi ha dato la possibilità di scoprire un'altra faccia dell'amore, quello passionale, sanguigno, che viene dall'anima. Provo a raccontarlo ogni giorno, nella speranza di renderlo universale.

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