Un altro “Simeone” torna a segnare in Liga con la maglia dell’Atletico, vent’anni dopo l’ultima volta. Era il dicembre del 2003, quando Diego realizzò il suo ultimo gol rojiblanco in campionato, in un 2-2 contro il Celta Vigo. Oggi, 3 novembre 2024, lo scettro passa a Giuliano, esterno d’attacco classe 2002.
Simeone ha sbloccato la gara interna dell’Atleti al Wanda Metropolitano contro il Las Palmas. Bellissimo lancio di Molina, tiro a incrociare ed esultanza divisa in due parti: prima la gioia sfrenata, poi la dedica (con tanto di maglia, portata da Koke) alle vittime dell’alluvione che ha colpito la Comunitat Valenciana.
Questa era la decima presenza stagionale per il ventunenne, la seconda dal primo minuto. Simeone è stato schierato dal padre come esterno destro del 4-4-2, con la possibilità di affiancare Griezmann e Juliàn Alvarez nelle azioni d’attacco. Ha trovato così il primo gol ufficiale della sua carriera in maglia Atletico (secondo in Liga, ne aveva segnato uno l’anno scorso con l’Alavès).
Giuliano Simeone (nato a Roma quando il padre giocava alla Lazio) all’Atletico ci è cresciuto: è stato il suo primo club europeo, nel 2018, dopo gli inizi al River Plate in Argentina. Poi due esperienze brevi sempre in Spagna, con Real Saragozza e Alavès (dove ha patito un grave infortunio che lo ha tenuto sei mesi out). Quest’anno, vista la sua crescita, il Cholo ha deciso di puntare su di lui stabilmente. Una crescita confermata anche dal CT argentino Scaloni, che in agosto ha deciso di convocarlo per la prima volta in nazionale maggiore, dopo l’esperienza a Parigi con l’Olimpica. Giuliano è diventato così il terzo Simeone a indossare la camiseta della Selecciòn albiceleste, dopo il padre e il fratello maggiore Giovanni, oggi al Napoli.
“Il mio cognome non è un peso, anzi è un orgoglio“. Eppure sulla maglia, oltre al numero 22, Giuliano ha scelto di portare il suo nome di battesimo, al posto del nome di famiglia. C’è un’altra peculiarità che balza all’occhio vedendolo giocare: la mano destra fasciata. Un portafortuna, ha spiegato. Imparato da Luis Suarez: “Mi disse che nella prima partita con la mano bendata aveva fatto tripletta, allora aveva tenuto la medicazione anche in tutte le partite successive, per scaramanzia. Ho deciso di fare lo stesso dopo una doppietta“. Insomma, il pistolero ci ha visto lungo: per Giuliano oggi potrebbe essere solo l’inizio di un lungo percorso.
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