Non sono i record, e nemmeno la vittoria della Women’s Champions League con il Barcellona, a rendere speciale Giulia Dragoni. Lo si percepisce dalla naturalezza e dalla genuinità con cui la ragazza di 17 anni gestisce la pressione mediatica. Un sorriso contagioso e l’ambizione: a Giulia basta poco per far sembrare semplice un percorso che, in realtà, non si è mai visto prima. Dragoni sta riscrivendo la storia del calcio femminile italiano, vivendo il tutto come se stesse giocando per la sua squadra di paese. Il suo è un mondo senza eccessi, con l’umiltà e la consapevolezza di doversi prendere le migliori scelte per il futuro, sostenuta da una famiglia che non le ha mai fatto mancare nulla e che l’ha incoraggiata in ogni sua decisione. Dedicato a chi non ha mai creduto in lei, soprattutto in Italia.
Giulia gioca per passione, non per i follower. A 4 anni il primo incontro con il calcio: è amore a prima vista. Quello che lo differenzia dalle sue coetanee è il percorso, la classica gavetta. Il suo è un DNA di sacrificio e opportunità che ha saputo sfruttare nel migliore dei modi. Prima alla Pro Sesto, poi l’Inter. Giulia conosce il valore del sacrificio e la visione sul futuro è molto chiara. Il suo principale interesse non è diventare una star, ma continuare il proprio percorso consapevole delle difficoltà che incontrerà lungo il cammino.
A 17 anni e 19 giorni è stata la calciatrice straniera più giovane di sempre nella storia del Barcellona a esordire in prima squadra, un record che apparteneva a Leo Messi. Circondata da ragazze di spessore mondiale, Giulia è considerata il futuro del club e a tutti gli effetti, oggi è il miglior prodotto made in Italy esportato all’estero. Vive la sua quotidianità nella Masia, consapevole di non dover dare nulla per scontato; ogni occasione è un’opportunità per crescere. A Barcellona, Giulia cresce sulle orme del suo idolo Ronaldinho e in effetti, quanto mostra in campo ricorda più la tecnica di un brasiliano, per tocco e stile.
Nelle ultime esperienze italiane, non è mai stata messa nelle condizioni di poter dimostrare tutto il proprio potenziale, anzi spesso sminuita per la sua giovanissima età. Sentimento di rivalsa? Forse sì, sicuramente una spinta emotiva per poter far ricredere coloro che l’hanno sottovalutata. Per com’è andata l’ultima stagione, ci sta riuscendo. Accontentarsi, però, non è un’opzione.
Dicevamo dei record. Non solo con i club, anche in Nazionale. La più giovane di sempre a esordire in un Mondiale: a 16 anni e 259 giorni, meglio di Bergomi nell’82 in Spagna. Dietro la convocazione, c’è un autentico retroscena raccontato direttamente dal suo manager Alessandro Orlandi. Mentre a Giulia squillava il telefono per il messaggio più importante della sua vita, Alessandro era in macchina con lei per riportarla a Milano dopo il ritiro a Ferrara per le pre-convocazioni. Dopo le lacrime di gioia per la felicità e lo stupore, la prima telefonata non può che essere alla sua famiglia. In un Mondiale collettivamente poco fortunato per la Nazionale, Giulia ha disputato tutte e tre le partite. Pochi mesi dopo, Giulia era titolare in campo contro le sue “colleghe” spagnole, nel match di Nations League. L’esito finale? Una vittoria storica in casa delle campionesse del mondo.
Vorreste scommettere su qualcuno per almeno i prossimi cinque anni? Fatelo su Giulia Dragoni: chi la conosce da vicino ne è convinto. Non oltre il 2029, la centrocampista di Milano sarà la prima calciatrice italiana candidata al Pallone d’Oro.
Giulia Dragoni, “The next big thing” del calcio europeo e mondiale. Con le motivazioni e la spensieratezza di un’adolescente, in attesa di un nuovo record.
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