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Solo il 13% dei calciatori è diplomato: la nuova ‘partita’ del Dottor Chiellini

Trascurare la propria istruzione per concentrare tutte le energie e raggiungere il massimo livello in campo. Proprio così, e i dati, riportati da FIFPro, parlano chiaro: in Europa, solo il 13% dei calciatori ha un diploma di istruzione superiore, rispetto a circa il 53% della restante popolazione maschile europea. Numeri allarmanti, in una situazione che sembra sul punto di degenerare. Al contrario però, nonostante le difficoltà e il poco tempo a disposizione una carriera sportiva professionale può essere affiancata da una corretta formazione. E di esempi nel calcio attuale, ne abbiamo diversi.

Tra i più importanti, Giorgio Chiellini, che ha conseguito una laurea in economia e un master in Business Administration all’Università di Torino, durante i suoi 14 anni alla Juventus. E’ così che il difensore della Juventus prende la palla al balzo, la stoppa e fa anche goal, diventando il nuovo ambasciatore di Mind the Gap, una campagna che mira ad aiutare i giocatori nel prepararsi alla vita dopo il calcio, incoraggiandoli e facendo acquisire le giuste competenze e qualifiche per poi identificarsi nel mondo del lavoro.

Difensore sul campo e non solo… Chiellini questa volta esce dal rettangolo verde per mettere in guardia i calciatori dai possibili futuri problemi finanziari e di salute mentale. Perché la fine di una carriera sportiva, se all’improvviso e a volte senza preavviso, può essere paragonata ad un enorme vuoto nelle loro vite, che i calciatori e atleti hanno il bisogno di saltare.

Il 34enne bianconero, spiega a FIFPro come lo studio non ha interferito con la sua carriera calcistica e che lo ha persino aiutato a migliorare le sue prestazioni sul campo, sottolineando quanto sia importante prepararsi a questi tempi (extra)supplementari della loro vita:

Lo studio mi ha aiutato ad alleviare una parte della pressione nel mondo del calcio, e ha mantenuto il mio cervello forte. Come calciatore, a 20 anni ti senti indistruttibile e capace di fare qualsiasi cosa nel calcio ma a 35 anni la tua carriera è più o meno finita. Hai quindi il resto della tua vita di fronte ed essere solo in grado di giocare a calcio non è abbastanza. Pochi giocatori riescono a trovare un lavoro nel calcio. C’è anche il rischio di depressione e ci sono molti ex giocatori con problemi finanziari perché non hanno pensato al loro futuro e non hanno aperto le loro menti studiando. Ogni calciatore ha gusti diversi e può scegliere una strada diversa da percorrere, ma l’importante è fare qualcosa. Come calciatore, devi iniziare a pensare alla vita dopo il calcio all’inizio della tua carriera, non alla fine “.

Redazione

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