Gil Vicente (IMAGO)
Il Gil Vicente vola al quarto posto in classifica in Liga Portugal: un club in risalita dopo una vicenda giudiziaria pesante.
Un club nato in onore del padre del teatro portoghese, attualmente nella miglior posizione raggiunta nella sua storia dopo un passato giudiziario che lo ha visto retrocedere nella seconda divisione.
Il Gil Vicente sta vivendo un momento magico, guidato da un allenatore giovane, ma con grande esperienza da giocatore. A Barcelos, piccola città ai piedi di Braga, si è tornati a sognare.
Dopo una sconfitta “dove siamo stati superiori al Benfica” – parole dell’allenatore César Peixoto – e soltanto 4 gol subiti in questo inizio di stagione, il Gil Vicente vuole riconquistare l’Europa, dopo l’impresa nella stagione 2020/21.
Dalla retrocessione forzata in seconda divisione alla rinascita puntando su un organico giovane, senza budget astronomici. I Galos vogliono regalare a Barcelos nuovi viaggi, come sognava l’omonimo drammaturgo a cui è intitolato il club.
Nella terra dei navigatori e delle grandi scoperte, la piccola città di Barcelos dal 1924 può contare sul Gil Vicente, club nato in onore del teatro dedicato al padre della drammaturgia portoghese. Tra la metà del 1400 e i primi anni del 1500, infatti, il Portogallo iniziò a vivere una rivoluzione a livello culturale.
La “Barca da Gloria“ di cui parla Gil Vicente nelle sue opere è quella su cui sono saliti i giocatori dei Galos in questa stagione: l’affluenza allo stadio è tornata quella di vent’anni fa, grazie a un tifo presente e, soprattutto, sano. Nel corso delle gare casalinghe della scorsa stagione, i Tricolores hanno avuto un’affluenza totale di 94 mila persone, ben 9 mila in più rispetto all’anno prima.
Dopo la retrocessione giudiziaria nella stagione 2005-06, il Gil Vicente sta ritornando nelle parti alte della classifica. Il miglior piazzamento ottenuto risale ormai alla stagione 1999-2000, conclusa al quinto posto: in questo momento, la squadra è al quarto posto, e i tifosi iniziano a sognare.
Il “Caso Mateus” resta uno dei capitoli più controversi nella storia recente del Gil Vicente. Nel 2006, il club ingaggiò Mateus, un giovane calciatore angolano proveniente da un club minore – il Lixa – ma la Federazione portoghese rifiutò di registrarlo, sostenendo che non rispettasse le regole sul passaggio da professionista ad amatore, e retrocedendo i Galos in seconda divisione.
Il Gil Vicente contestò la decisione, portando la vicenda davanti ai tribunali civili, innescando polemiche e minacce di sanzioni internazionali. Solo anni dopo, nel 2017, il club fu reintegrato nella massima serie portoghese e il caso divenne simbolo delle difficoltà burocratiche e delle ingiustizie che avevano segnato la società. Oggi, a vent’anni di distanza, i Tricolores vivono un momento di riscatto, con prestazioni solide e una rinascita sportiva che riporta orgoglio e stabilità.
Molto è dovuto all’uomo in panchina, César Peixoto, campione d’Europa con la maglia del Porto di José Mourinho. L’ex allenatore della Moreirense sta portando le sue idee, per cercare uno storico ritorno nelle coppe europee dopo l’apparizione della stagione 2020-21.
Dopo la vittoria convincente contro l’Estrella Amadora, arrivata nell’ultima giornata di Liga Portugal, César Peixoto ha tenuto i piedi per terra: “Non possiamo lasciarci trasportare. Abbiamo ancora molta strada da percorrere”. Il percorso è appena iniziato, ma il Gil Vicente sogna in grande. A 3 punti dallo Sporting CP al secondo posto dopo 8 giornate, i Galos non hanno intenzione di fermarsi.
Sostenuti dai propri tifosi, l’affluenza allo stadio è tornata quella di un tempo. C’è chi, però, non se n’è mai andato: è il caso dei Mosqueteiros Gilistas. Louis Alves, Joaquim Barros e Manuel Silva formano un trio di ultras che assiste alle partite insieme da oltre 15 anni, qualunque siano il tempo o le condizioni. Si sono conosciuti per caso in una delle partite del Gil, da allora non si separano. Sono diventati quasi una piccola leggenda locale.
Insomma, i Tricolores sognano l’Europa, sulle ali dell’entusiasmo in tribuna e della diplomazia del proprio allenatore. Come direbbe Gil Vicente: “Quem não arrisca, não petisca” (Chi non rischia, non guadagna).
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