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Buffon, l’amico Carnesecchi e il Birkirkara: alla scoperta di Giacomo “Dida” Volpe

Una voce allegra e una persona sincera. Giacomo Volpe affascina nel racconto della sua vita e della carriera costellata di soddisfazioni personali, frutto dell’impegno quotidiano. Nato a Biella, Giacomo è cresciuto vivendo le sue giornate tra scuola, calcio e tennis. Le passioni della famiglia hanno influenzato quel bimbo biondo e vivace: “Papà, nonno e zio erano portieri. Mio nonno ha giocato nella Primavera del Torino. Da parte di mamma, invece, tutti tennisti.

Il piccolo Giacomo tifa Milan e le prime partitelle le gioca da difensore. Ben presto, però, cambia ruolo, indossando i guanti da portiere. “Un giorno, da bambino, sono andato a Superga. Lì, a una bancarella, ho comprato un cappellino del Milan un po’ sporco, pagandolo a metà prezzo. A tutti gli allenamenti indossavo il mio cappellino rossonero e i compagni iniziarono a chiamarmi “Dida”. Ero felicissimo perché era il mio idolo”.

  

 

 

La Juve e l’esperienza in Serie D

A 13 anni, la svolta: Giacomo entra a far parte del settore giovanile della Juventus. Con la maglia bianconera, il portiere classe 1998 insegue il sogno di diventare un calciatore, apprendendo le basi del successo: massimo impegno, dedizione e passione.
A Vinovo, Volpe viene aggregato più volte alla prima squadra bianconera: “Per me era incredibile, mi allenavo con gente come Pogba, Marchisio e Tevez”. Tra i tanti campioni che Giacomo ha avuto il piacere di conoscere c’è stato Gianluigi Buffon: “Gigi era scherzoso, gli piaceva divertirsi e ci faceva sempre ridere.

Nel 2015, Volpe saluta il nido juventino e spicca il volo. Giacomo si trasferisce alla Correggese in Serie D: “Lì ho capito cosa significa fare il calciatore e ho avuto la certezza che quella fosse la mia strada”. Dopo l’esperienza a Correggio, Volpe si trasferisce al Gubbio, dove ottiene la promozione in Lega Pro e vince il premio di migliore giovane della Serie D.

L’amicizia con Carnesecchi e gli anni con Zeman

La scalata di Volpe continua. Dall’Umbria si trasferisce in Lombardia, precisamente alla Cremonese in Serie B, dove in tre anni passa da terzo a primo portiere: “È stata una bella esperienza, non avevo pressioni e me la sono goduta”. A Cremona, Giacomo incontra l’attuale portiere dell’Atalanta Carnesecchi, con cui lega fin da subito: “Già ai tempi, Marco era un fuoriclasse. È un portiere con enormi qualità ed è nato per fare questo. I risultati ottenuti sono frutto del mix tra talento donato da madre natura e il duro lavoro quotidiano. Ci sentiamo spesso, è un mio grande amico”.

Nel 2021, Volpe si trasferisce a Foggia, dove ha l’onore di conoscere Zdenek Zeman. Un allenatore “spettacolare e particolare”, che ha lasciato un segno nella memoria e nello stile di gioco di Giacomo. “Zeman vede il portiere come se fosse un libero. Mi diceva che dovevo stare alto, avvicinandomi al centrocampo”. Volpe era titubante sul lasciare così tanto spazio tra sé e la porta ma Zeman lo rassicurava dicendogli: Se prendi gol da centrocampo non ti dico niente, ma se tu non mi fai un’uscita o non copri lo spazio non ti faccio più giocare. Giacomo lo definisce “maestro” e se, ad oggi, gioca con sicurezza anche lontano dai pali lo deve (anche) all’allenatore ex Roma e Pescara.

 

L’esperienza alla FeralpiSalò

Nel 2023, Volpe vince la Serie C con la FeralpiSalò. Una grande emozione per il portiere piemontese, che ricorda con piacere la stagione in Lega Pro con i verdazzurri. I ricordi più dolci di Salò sono legati alle amicizie nate lì: A Salò mi sono trovato benissimo. È stata un’esperienza speciale dove ho conosciuto alcuni dei miei più cari amici come Semuel Pizzignacco. Alla Feralpi si era creato un gruppo coeso, ho trovato un grande allenatore e dei preparatori dei portieri che mi hanno dato tanto”.

 

Giacomo Volpe al Birkirarka – credit Birkirkara FC/Dominic Borg 

L’avventura al Birkirkara e il dominio a Malta

Durante l’estate del 2024, Volpe decide di sperimentare un nuovo calcio, accettando la proposta del club maltese Birkirkara. “Il livello del calcio maltese mi ha stupito. Venire qui è stata la scelta giusta. La scuola italiana dei portieri è ottima, ma non sapevo quale fosse il livello all’estero. In più, a fine stagione, saprò anche parlare bene due lingue, l’italiano e l’inglese”.

Tra i motivi che hanno spinto Giacomo ad accettare l’offerta del Birkirkara c’è la stima reciproca con l’allenatore Stefano De Angelis: “Essendo entrambi italiani facciamo battute e ci divertiamo. Tra di noi c’è molto dialogo. Ci confrontiamo spesso e abbiamo un pensiero simile. Sono felice di essere allenato da De Angelis, è una delle prime volte in cui ho un rapporto così bello con un allenatore”.

 

 

Il rapporto con Zortea, la soft techno e il pianoforte

Il portiere osserva tutti da lontano come una vedetta. Tra classe e sostanza, Giacomo ha raccontato i giocatori più talentuosi con cui ha condiviso lo spogliatoio: “Oltre ai campioni della Juve e il già citato Carnesecchi, sono rimasto colpito da Castrovilli. Un giocatore fortissimo, con gamba e qualità differente dagli altri. Un altro campione è Strefezza. Siamo diventati amici a Cremona. Anche se era il più piccolo saltava sempre l’uomo, è un giocatore sontuoso”.
E il premio di compagno più simpatico? “Senza dubbio Zortea. Nadir è il mio migliore amico, appena uno dei due ha un attimo libero prende l’aereo e ci vediamo. Alla Cremonese è nato un gruppo di amici che durerà per sempre”.

Il calcio è una ragione di vita per Volpe ma non è tutto. Oltre al pallone e alla famiglia c’è spazio per gli hobby. In primis, la musica: “Ascolto tanti generi, tra i preferiti ci sono la soft techno e la k-music”. Giacomo è un esploratore, sempre pronto a vivere nuove esperienze: Mi piace provare a fare sempre qualcosa di diverso. Quest’anno ho imparato a suonare il pianoforte, l’anno scorso ho fatto difesa personale e due anni fa yoga”.

Nessuna paura dell’ignoto, la mente è sempre aperta a nuovi scenari. La vita è imprevedibile ma Giacomo ha già fissato un obiettivo: Vorrei conoscere un pescatore per scoprire il mare. Il Volpe avventuriero naviga verso un futuro costellato di successi.

Nicolò Minerva

Torinese, classe 2001, ex terzino destro abbonato alla panchina.Studio Comunicazione e coltivo il sogno di diventare un giornalista sportivo. Cosa porterei su un’isola deserta? Il codice Da Vinci, una scorta di birra e, ovviamente, un pallone da calcio.

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