Clima surreale all’esterno dello stadio, la solita atmosfera magica una volta varcati i tornelli. Tra lunghe attese, tensioni, paure, dediche speciali e la voglia di molti di regalarsi semplicemente una festa attesa troppo a lungo. Il 126esimo derby della Lanterna tra Genoa e Sampdoria è stato un derby dalle emozioni altalenanti, e contrastanti. Coi fatti di cronaca – gli scontri a inizio pomeriggio tra le due tifoserie, con la polizia ad evitare che la situazione degenerasse – a catalizzare attenzione e preoccupazioni dei tifosi nelle ore precedenti il fischio d’inizio, tanto da bloccare il numero di biglietti venduti a quota 28.575, lontanissimi dai soldout ai quali il Ferraris ha sempre abituato nelle sfide tra Genoa e Samp.
A metà pomeriggio il timore del rinvio per ordine pubblico di una partita in realtà mai a rischio, all’apertura dei cancelli dello stadio invece strade quasi deserte, a regalare un’immagine lontanissima dal clima di festa di uno dei derby più belli. Da sempre caratterizzato dall’arrivo a Marassi di maglie rosso blucerchiate, l’una a fianco all’altra. Pochissime quelle incrociate assieme nel tragitto blindato e presidiato dalla polizia verso lo stadio. Alle 21, a gradinate esaurite, per novanta minuti il tentativo di dare spazio solo e soltanto al campo.
Confermate le indicazioni della vigilia, con le scelte obbligate di Gilardino a causa delle tante assenze: ultima in ordine di tempo quella di Ekuban, con Pinamonti e Vitinha in attacco dal 1’, l’ex Thorsby in mezzo al campo e Vogliacco assieme a Bani e Vazquez in difesa davanti a Leali. Sampdoria invece che si affida ancora a Silvestri tra i pali, in difesa la novità è Vulikic, centrocampo nuovo con Akinsanmiro, Meulensteen e Vieira. In attacco spazio a La Gumina a fianco di Coda.
È dei blucerchiati il primo squillo con De Paoli, ma a sbloccare la gara è il Genoa: errore grave in impostazione di Romagnoli, con Pinamonti che sfrutta l’assist di Badelj e con un destro all’angolino porta in vantaggio il Grifone. Lunga corsa verso la panchina per Pina, ed esultanza speciale – maglia numero 17 sventolata al cielo – con dedica per Malinovskyi infortunatosi a Venezia. La risposta della Sampdoria è affidata al tiro al volo di Coda e al destro ad incrociare di La Gumina, in tutte e due le occasioni decisivo Nicola Leali. Tutino, Borini e Sekulov i cambi di Sottil nella ripresa per trovare il passaggio del turno, ed è proprio Borini, – assoluto protagonista dal suo ingresso in campo – a lungo dato in partenza durante il mercato estivo, a rimettere in corsa i blucerchiati: palla in profondità e velo per Borini che trova l’angolo alla destra di Leali. 1-1 a Marassi, mentre sugli spalti torna a farsi sentire la tensione tra tifoserie.
Non c’è più tempo, si va ai rigori: decisivi gli errori dal dischetto di Miretti (pallone out) e Zanoli (para Silvestri), chi non sbaglia sono invece Borini (primo a calciare) e Barreca, (all’ultimo rigore utile). “Questo gol lo metto in alto, è stato un periodo difficile per me ma ho lavorato. Sapevo di poter essere decisivo nel finale. Sognavo questo momento ed è diventato realtà. – le parole di Borini a Mediaset a fine gara, che poi svela – In gradinata c’era mio padre”. Dedica scontata e game over a Marassi. Il derby dalle mille emozioni è blucerchiato.
L’imprenditore rumeno è il nuovo azionista di maggioranza dei rossoblù Oggi, mercoledì 18 dicembre 2024,…
Le possibili scelte di Simone Inzaghi per la sfida di Coppa Italia Dopo la larga…
Le parole dell'allenatore al termine della gara di Coppa Italia vinta contro la Sampdoria La…
In casa Juventus si ferma Timothy Weah: le condizioni del calciatore bianconero Continuano i problemi…
Il portiere del PSG esce dopo 22' a causa di uno scontro di gioco con…
Prima del match di Coppa Italia tra Roma e Sampdoria, Florent Ghisolfi ha parlato ai…