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Genoa, presentato Prandelli: “Voglio unione di intenti, essere qui un’emozione”

La giornata di ieri per avere il primo impatto con il centro sportivo di Pegli e con la nuova realtà rossoblu, conoscendo la squadra e tuffandosi immediatamente verso il primo impegno di campionato al “Ferraris” contro la SPAL. Cesare Prandelli riparte dal Genoa, pronto ad affidare le prime impressioni relative alla sua nuova avventura nella conferenza stampa di presentazione al fianco del dg Giorgio Perinetti, primo a prendere la parola:

“Non devo certo presentare io Prandelli, abbiamo la certezza che questa collaborazione sarà lunga e duratura. Voglio salutare Juric perché dedizione e lavoro sono stato encomiabili, gli faccio in bocca al lupo per il futuro perché se lo merita. Giovedì abbiamo dato una delusione ai tifosi e a noi stessi, è normale che ci sia del malcontento, poi si va a toccare la proprietà che racchiude tutto ma tutti dobbiamo prenderci le nostre responsabilità: io per primo devo assumermi le mie responsabilità e fare meglio. Non si tratta di metterci la faccia, per il Genoa bisogna metterci tutto. Come squadra abbiamo delle qualità, dobbiamo tornare a esprimerle, possiamo sicuramente fare meglio e dobbiamo tutti remare in quella direzione. Abbiamo cambiato perché ci siamo trovato in difficoltà, affidandoci a Prandelli che ha grandi qualità, col quale siamo sicuri avremo un percorso lungo e positivo. Ora bisogna pensare alla partita di domani, dove dobbiamo ritrovare la vittoria: riprendere il cammino fatto all’inizio che sappiamo di poter fare, per questo abbiamo scelto la persona che crediamo sia più adatta per riuscire a farlo”.

Poi, parola a Prandelli:

“La frase che mi ha emozionato di più è il ringraziamento a Ivan Juric che è dovuto, ha dato tanto ed è stato sfortunato: spero trovi collocazione degna la sua professionalità, io vivo di emozioni e oggi sono molto emozionato. Basta vedere questa maglia, questi colori e questa storia, spero di aiutare questa squadra a ritrovare la giusta strada, convinti che saremo uniti tutti anche con la gradinata. Ricordo una gara qui in casa del Genoa col Verona vincevamo 2-0 e dissi ai ragazzi che la partita non era finita, ‘la gradinata canta ancora’ e finì 2-2. La squadra deve essere generosa, capire cosa vogliono i tifosi e lavorare“.

Ho avuto altre offerte ma ho aspettato, dopo la chiamata di Preziosi giovedì sera ho provato emozioni forti e ho capito che era il momento giusto per tornare. L’ambizione con la quale arrivo qui? La prima è domani, dobbiamo fare una grande partita e farci trovare pronti. Cambiando già qualcosa? Sarebbe una follia pensare di cambiare qualcosa in due giorni e l’ho detto ai ragazzi, cambieremo poche cose, cercando di valorizzare il gruppo. Le difficoltà ci sono, mi auguro tutti capiscano che siamo in un momento particolare, la cosa importante è che ci sia la disponibilità di tutti: conoscevo già alcuni ragazzi, ieri avevamo tante cose da fare, ho parlato solo con il capitano e con Pandev e abbiamo capito che assieme possiamo fare cose molto importanti. Da parte nostra dobbiamo togliere velocemente tutti i pensieri negativi, la squadra ha cambiato molto rispetto allo scorso anno il modo di stare in campo: quest’anno crea più gioco, io voglio una squadra compatta”.

“Quel Genoa-Fiorentina per il quarto posto? – alla fine ad andare in Champions fu la vola di Prandelli – Il Genoa regala emozioni, quella è stata una gara emozionante. L’emozione di tornare in campo? È come tornare sulla bicicletta e pedalare, il problema è che non ti vuoi più fermare. La Serie A è cambiata tanto, nella direzione di non essere più legata ai moduli e di sfruttare il capitale di giocatori che si ha a disposizione: il calcio sta andando verso la capacità durante la partita di saper cambiare”.

Il capitale offensivo del Genoa è molto interessante e credo possa fare anche di più, i tanti gol presi sono da analizzare: dipende se ci sono errori di reparto o individuali, se sei organizzato puoi ovviare a certi errori. Ognuno spera sempre di trovare il grande amore e di non cambiare mai, quando inizi in una squadra storica come questa spero sempre sia per tanto tempo. Sono sempre cresciuto con delle persone che mi hanno insegnato che per incidere bisogna abbassare i toni, poi appena li alzi ti ascoltano: noi cercheremo di creare un buon gruppo. Qui ci sono tanti giovani da valorizzare e lavoreremo per farli crescere. Come sta la squadra fisicamente? Leggendo i dati mi sembra abbia una buona condizione fisica. Mio figlio con me? Tutti li vorrebbero sempre, poi per me lui è un grande professionista e il Bologna ha fatto un grande investimento“.

Marco Bovicelli

Nato a Genova il 26 novembre del 1979, mi laureo nell'Università della mia città in Scienze della Formazione. Inizio a raccontare di pallone nel 2012 nella trasmissione "Goal Sera", sull'emittente ligure Telenord (anche se leggende metropolitane mi vogliono, microfono in mano davanti alla tv, a fare telecronache già all'età di cinque anni). Ho collaborato in qualità di redattore con fantagazzetta.it e ilpubblicista.it (testata online e cartacea con la quale lavoro tuttora). Giornalista pubblicista dal 2014, metto parole ed emozioni su Gianlucadimarzio.com dal novembre del 2013, per il quale ho iniziato seguendo quotidianamente la Sampdoria oltre a Genoa, Savona ed Entella. Sempre in viaggio, nella mia borsa non possono mancare penna, tablet e un buon libro.

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