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Maglia al cielo, un bacio al Grifone: 10 anni dopo, Welcome Back Mimmo

All’ultimo respiro, Marassi che impazzisce: maglia che vola in cielo, poi un bacio al Grifone. Dieci anni dopo l’ultima volta, welcome back Mimmo. Sinistro all’angolino, pallone imprendibile per Strakosha: Genoa in rimonta che stende la Lazio, Criscito che torna a segnare in quella che, anche negli anni passati lontano nel freddo della Russia, è sempre rimasta la sua casa. E dove “non sono venuto a svernare, sono tornato qui perché ho il Genoa nel cuore e darò tutto” per questi colori: detto fatto, 94’ di Genoa-Lazio. Sinistro al volo del Capitano, Ferraris che trattiene il fiato per cinque interminabili secondi: giusto il tempo dato al pallone per gonfiare la rete sotto alla Nord. “Ho visto veramente la Gradinata venire giù, per me che ho il Genoa nel cuore è stata davvero una gioia indescrivibile”: parole ed emozioni dalla pancia del Ferraris firmate Criscito, nato a Napoli ma genovese d’adozione.

È il 2002, infatti, quando l’ex rossoblu Claudio Onofri – ai tempi Responsabile del Settore Giovanile del Grifone – portò a Genova un allora sedicenne Domenico Criscito, scoperto in uno stage dello Sporting Volla a Napoli. Subito il debutto in B, talento in bella vista a puntare su di lui è la Juventus che compiuta la maggiore età lo porta a Torino per giocare nella Primavera bianconera. Viaggio Genova-Torino (due volte) andata e ritorno, col rossoblù sempre più nel destino del difensore classe ‘86, che torna al Genoa in Serie B per due volte, nel mezzo l’esordio in A con la Juventus, per fare poi definitivamente ritorno a Genova nel gennaio del 2008. Tre stagioni e mezza maglia rossoblù sulle spalle, questa volta in Serie A. Cinque gol in campionato (nove quelli totali col Genoa considerando quelli realizzati nelle stagioni in B), uno in Europa. “Dove nel 2011 lasciai il Genoa, ce lo riporterò. – così Mimmo in settimana – Siamo 7 punti sopra la salvezza, 8 da chi lotta per le Coppe: possiamo sognare”. Punti (dalla zona rossa) che, in attesa del Monday Night dell’Olimpico tra Roma e Bologna, per una notte almeno sono diventati dieci. “Ma pensiamo partita per partita”.

Testa solo al presente, con uno sguardo però inevitabilmente rivolto anche al passato: che racconta di 115 presenze con la maglia dello Zenit San Pietroburgo di (tra gli altri) Spalletti prima e Mancini poi (che lo ha da poco riportato anche in Nazionale), Zenit del quale Mimmo diventa col tempo anche capitano. Quindici reti segnate, due campionati vinti. E poi una Coppa di Russia e due Supercoppe i trofei alzati al cielo, prima di decidere di rifiutare le importanti offerte ricevute in estate (su tutte quelle dell’Inter) per fare ritorno a casa. Il resto è storia recente: decisione presa in primavera, l’abbraccio del Ferraris all’ultima giornata dello scorso campionato. “Quando sono andato via avevo promesso il mio ritorno e così è stato: amo questa società, amo questa squadra e sono felice di esserne il capitano”.

Il viaggio in pullman per il ritiro di Neustift (nonostante l’infortunio al piede e l’operazione), l’inizio con Ballardini, la parentesi Juric: fino ad arrivare all’annuncio di Prandelli. “Che nel 2014 non mi ha convocato per i Mondiali per motivi etici? Quella è acqua passata: ci siamo visti e ci siamo detti che eravamo qui per il bene del Genoa. Da capitano gli ho dato una mano a inserirsi, visto che vivevamo un momento difficile“. Una mano nello spogliatoio prima, anche dentro al campo poi. “Mimmo è uno dei pochi giocatori del nostro campionato che giocando in quel ruolo conosce il calcio, ha i tempi di gioco e verticalizza: – così l’allenatore dopo la vittoria sulla Lazio in sala stampa- se riesce a chiudere un po’ il campo e andare sulle ribattute, gliel’ho detto in settimana, qualche gol come oggi può farlo. Questo Criscito può regalarci grandi soddisfazioni da fuori area”.

Da allenatore a giocatore, consigli per un Eurogol che non è nato per caso. E con una dedica speciale. “A mia moglie Pamela e ai bambini (Alfredo e Alessandro), che mi sono sempre vicini nei momenti belli, ma soprattutto in quelli brutti”. A festeggiare con lui per la prima rete dal suo ritorno a casa, anche se Mimmo non è stato l’unico bomber di giornata di casa Criscito. “Hanno segnato anche loro oggi, – in mattinata il difensore ha postato i gol dei suoi piccoli su Instagram – ogni tanto la buttano dentro, anzi lo fanno più spesso di me”. Oggi ci ha pensato anche lui, con una rete pesantissima. Quella del 2-1 in rimonta sulla Lazio: all’ultimo respiro, ennesimo capitolo di una storia lunghissima nata e destinata a chiudersi tra le tinte rosso e blu.

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Marco Bovicelli

Nato a Genova il 26 novembre del 1979, mi laureo nell'Università della mia città in Scienze della Formazione. Inizio a raccontare di pallone nel 2012 nella trasmissione "Goal Sera", sull'emittente ligure Telenord (anche se leggende metropolitane mi vogliono, microfono in mano davanti alla tv, a fare telecronache già all'età di cinque anni). Ho collaborato in qualità di redattore con fantagazzetta.it e ilpubblicista.it (testata online e cartacea con la quale lavoro tuttora). Giornalista pubblicista dal 2014, metto parole ed emozioni su Gianlucadimarzio.com dal novembre del 2013, per il quale ho iniziato seguendo quotidianamente la Sampdoria oltre a Genoa, Savona ed Entella. Sempre in viaggio, nella mia borsa non possono mancare penna, tablet e un buon libro.

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