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Tanti auguri gemelli Ricci, firmato mamma e papà

Oggi a casa Ricci si festeggia, così come a La Spezia. Un po' come se fosse il 27 maggio, per questa famiglia da 26 anni un giorno speciale. Nel 1994 nascevano Matteo e Federico. Gemelli e futuri calciatori. “E l’avevo capito da subito. Hanno iniziato a dare i calci al pallone ancor prima di camminare”, racconta mamma Caterina. “Ero portiere a livello amatoriale e loro mi allenavano in qualsiasi momento”, dice papà Gianluca. Genitori che oggi vivono a Talenti, quartiere di Roma, zona nord-est della capitale. I loro talentuosi figli sono a La Spezia. Lontani più di 400 chilometri e da qualche ora 26enni.

“Quando erano piccoli, il 27 maggio durava una settimana. C’era la festa con i compagni di classe di Matteo, quella con quelli di Federico, poi i compagni del calcio, i parenti. Ti dico solo che una volta vennero i vigili: si erano fermati anche tutti i genitori e c’erano le macchine ovunque. Fede e Matteo hanno sempre avuto tanti amici”, dice mamma. “E i compleanni sembravano più feste di paese”, ride papà.

I compleanni di una volta

Lo scorso maggio, il distanziamento sociale non ha permesso di ricongiungere la famiglia Ricci. Alle 8 di mattina Gianluca mise una foto di famiglia su Facebook. “Io invece sui social non ci vado mai. Ma li ho sentiti, eh. Come tutti i giorni. Poi almeno quest’anno che sono insieme ce la caviamo anche con una videochiamata unica”. Mamma Caterina è uno scrigno di ricordi. Recenti e distanti. Come quel diciottesimo organizzato in giro per Roma “con i macchinoni presi a noleggio e la festa in discoteca”. O come quella crociera in Grecia fatta nel 2011, l’ultimo viaggio della family al completo, “anche se per tutta la vacanza non li abbiamo quasi mai visti: avevano fatto amicizia con tutta la nave”.

"Uno voleva fare l'avvocato, l'altro il chirurgo plastico"

Ricordi di una vita, mica solo calcistici. “Fino al liceo sono andati nella stessa scuola, ma in classi diverse. Hanno sempre pensato al pallone, ma quando erano piccoli avevano anche valutato altri mestieri. Federico voleva fare l’avvocato, mentre Matteo diceva che sarebbe diventato chirurgo plastico”, ricorda mamma. “Sì, ma è durata poco questa passione”, ride nel ripensarci Gianluca, che da buon tifoso romanista li ha subito vestiti di giallorosso. “A poco più di due anni li portai all’Olimpico in curva sud. Io vidi la partita un po’, loro rimasero a giocare nell’antistadio con mamma”.

 

Quella maglia poi l’avrebbero vestita entrambi e papà ancora ripensa al loro primo giorno a Trigoria. “Il presidente del Morena calcio – Franco Muzzi, padre di Roberto – li portò a fare un allenamento lì. Avranno avuto poco più di 10 anni. Fu bellissimo vederli correre lì, al campo Testaccio. Ivano Stefanelli, all’epoca responsabile del settore giovanile, li vide all’opera e ci espresse il suo interesse. L’estate successiva diventarono calciatori della Roma”.

Essere insieme oggi

Tutto iniziò così, con un allenamento improvvisato. Federico e Matteo hanno camminato a lungo insieme, poi il calcio li ha divisi e infine ricongiunti. Ora sono attaccante e regista dello Spezia, promosso per la prima storica volta in Serie A. Quest’anno hanno anche segnato nella stessa partita. Ma sarebbe potuto essere tutto diverso. “Matteo da piccolo voleva fare il portiere, anche perché gli piaceva imitarmi. Mi racconta che ogni tanto ancora prende i guanti e si mette fra i pali. Credo che entrambi rimarranno nel calcio. Matteo si vede già un po’ come allenatore. Stando sempre in mezzo sai…”.

Musicisti e attori

Mamma Caterina li osserva da lontano. “Hai visto che durante la quarantena si sono messi a suonare? Già da piccoli erano portati. Federico con la chitarra ha già imparato diverse canzoni e Matteo si è rimesso a suonare la tastiera. Alle medie era nell’orchestrina della scuola, poi l’ha abbandonata. Hanno sempre avuto spirito artistico. Dovevi vedere Federico nelle recite di classe. È sempre stato attore. Una volta gli fecero fare il protagonista di una commedia di De Filippo e fu impeccabile”.

Talenti messi da parte e ripresi a piccole dosi. Ma Fede e Matteo hanno sfruttato il lockdown anche per studiare. “Si sono presi un insegnante di inglese e fanno lezione spesso. Sono dei perfezionisti, anche a scuola erano così. I ricevimenti dei genitori erano sempre un successo. Almeno fino al terzo anno dello scientifico. Poi un po’ il pallone, un po’ i professori che non capivano i loro impegni hanno fatto scendere il loro rendimento. Ma sono sempre stati ragazzi in gamba”.

Poliziotto buono e poliziotto cattivo

Mamma e papà sono entrambi al lavoro. In ufficio Caterina, nell’Aeronautica papà Gianluca. “Gli ho dato un’educazione militare, con le giuste regole, ma a dirla tutta in casa io ero il poliziotto buono e lei quello cattivo”. Inutile chiedere a Caterina però di eventuali rimproveri. “Ma no, ogni tanto facevano preoccupare. Però grandi punizioni mai. Ci siamo sempre divertiti con loro e tutta la banda di amici intorno”.

Lo scorso 27 maggio la famiglia Ricci ha festeggiato il compleanno dei gemelli a distanza, aspettando il 3 giugno per gli spostamenti interregionali. “E abbiamo voglia di rivederli giocare. Poi quest’anno dovevamo fare un viaggio solo…”Oggi invece festeggia una Serie A sognata, inseguita, raggiunta.

Nella prossima stagione Matteo e Federico giocheranno anche all'Olimpico, lo stesso stadio in cui li portava papà Gianluca quando erano bambini.

Claudio Giambene

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