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Galano, che ritorno a Bari: un gol al passato per tornare il Robben di Capitanata

E dicono sia solo uno sport, il calcio. Chiedetelo a Cristian Galano, passato da “reietto” nell’agosto 2015 a eroe nella prima da biancorosso 2.0. E Bari fa festa, per una vittoria che mancava da un mese e mezzo e il ritorno del “Robben di Capitanata”, come dalle parti di Strada Torrebella lo conoscono da anni. Gli sono bastati 27 minuti per ricordarsi come si fa: ha preso il posto di Parigini al 59′ e l’84 è stato il numero buono sulla sua ruota. Una palla sporca, un tocco di Furlan, la sponda di Raicevic e l’appoggio per il numero 11. Il tempo che si congela, il mancino che parte e un tracciante che muore nell’angolino basso alla destra di Vigorito. L’esplosione di gioia. 23 mesi dopo l’ultima volta, una doppietta al Varese nel 3-0 del 14 marzo 2015. Somatizzata e contenuta, perchè il rispetto per il passato “viene al primo posto”. Lo ripeteva quando con il Vicenza doveva affrontare il Bari, lo ha pensato nelle ore che hanno preceduto la sfida alla maglia che aveva vestito fino al 31 gennaio, con 54 presenze e 8 rete collezionate in un anno e mezzo. E siccome il destino non si stanca mai, ha spento le velleità di un ottimo Vicenza, che otto minuti prima aveva pareggiato con una combinazione sull’asse De Luca-Ebagua: due ex… Bari, e cosa sennò?

Non ha commentato il centro del 2-1, perchè sarà ufficialmente presentato lunedì: ma a parlare per lui è stato mister Stefano Colantuono. “Ho massacrato di telefonate Sogliano per riportarlo a Bari, ma Galano lo seguivo dai tempi dell’Atalanta. Se ho chiamato anche Cristian? Certo, ma non quanto ho fatto con Sean”. Una trattativa maturata in due giorni, le ultime 48 ore di contrattazioni. Telefonate, sms, messaggi sui social: tutti spingevano per il ritorno di Galano a Bari, per riprendere un discorso interrotto 18 mesi prima, un anno dopo la meravigliosa stagione fallimentare e spezzando una storia che cullava le sue radici nel settore giovanile. Missione compiuta, allontanando le lusinghe del Parma, che offriva cifre importanti. “Sono contento di averlo con noi – ha assicurato il suo allenatore – è un calciatore che ci darà tanto. Oggi in pochi minuti ha dimostrato quanto può essere importante”. Già, perchè il numero 11 è come il potere: logora chi non ce l’ha. Aveva festeggiato il rientro in Puglia con un video su Instagram, nel quale ascoltava “Amici mai” di Venditti. Per chi si ama come loro: Galano e il Bari. Una storia tornata d’attualità. Prepotentemente. Come un fendente mancino che muore nell’angolino.

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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