Sotto la “sua” curva. Davanti ai suoi genitori presenti in tribuna, all’ultimo minuto e contro la Roma. Fabregas incredulo ma poi in conferenza stampa dichiara: “È una leggenda del Como, mi aiuta tantissimo. Lo dico ora: quando si ritirerà, dovranno fargli una statua fuori dal Sinigaglia, lo dico davvero“. Avete presente quella sensazione quando aspettate con trepidazione qualcosa per cui credete e lavorate per una vita Intera? Desiderata e sfiorata in più occasioni, Alessandro “Gabrigol” Gabrielloni non poteva desiderare una “prima volta” in Serie A migliore di così. Risucchiato da un abbraccio e da un urlo di gioia che il Sinigaglia aspettava dal 29 settembre, giorno dell’ultima vittoria casalinga.
Avesse indossato una maglia inglese, sarebbe il working class hero per eccellenza. Idolo indiscusso dei tifosi. Non un goleador a tutti gli effetti, ma Gabrielloni c’è sempre stato. In tutte le categorie: dalla D, fino alla A la sua firma non è mai mancata. E più volte è stata anche decisiva: contro i giallorossi il trend è sempre lo stesso. Entro, segno, ciao. Una gratitudine per Como e il Como che va oltre tutto il resto: solo 94′ ma 1 gol (e 1 assist) che significano 3 pesantissimi punti nella lotta salvezza. Primo giocatore nella storia del club a segnare in tutte le categorie, quinto nella storia del calcio italiano a fare gol con la stessa maglia dal dilettantismo al professionismo.
Nato a Jesi, ma Como è ormai la sua seconda casa. Dal 2018 con la maglia biancoblù, le ha viste passare tutte: delusioni, sconfitte ma soprattutto esultanze e promozioni. Oltre il talento, serve trovarsi nel posto al momento giusto. Il tempismo, a Gabrielloni, non è mai mancato. Nemmeno nell’ultima stagione in Serie B quando in almeno quattro occasioni ha regalato punti pesantissimi. In quella corsa al 90′ dopo aver battuto Svilar c’è l’esultanza di un ragazzo che è sempre stato sè stesso. Con umiltà e gentilezza. “Quest’anno aspettavo questo momento, sapevo che sarebbero arrivato perché lavoro tanto. Veramente tanto”.
Ora non sarà più necessario chiudere gli occhi per immaginarsi il primo gol in Serie A. L’attesa ha ripagato il Como e il suo uomo della provvidenza. Dedizione e senso di appartenenza. Alessandro Gabrielloni, il cacciatore di sogni.
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