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La doppietta di Gabigol e il finale surreale della Copa Libertadores

Tre minuti per cambiare tutto: da sconfitti a campioni, da delusione a uomo partita, dall’era del River al ritorno del Flamengo. Il Sudamerica abusa della sua mistica nel momento più importante, negli ultimi atti della prima finale unica della storia della Copa Libertadores, che fino all’89’ stava celebrando il trionfo del River di Gallardo e che invece è stata strappata da Gabriel Barbosa, oggi più che mai Gabi-Gol.

E in effetti i segnali sembravano evidenti: il gol di Santos Borré, colombiano come quel Quintero che un anno fa decise la finale di Madrid, che porta il River a dover difendere, la cosa che gli è riuscita meglio in questa Copa, soprattutto nella semifinale di ritorno contro il Boca. E invece l’uomo partita nel giro di tre minuti è diventato un altro, Gabigol, perfetto emblema di un finale surreale. Aveva giocato una finale molto negativa fino a quel momento, in controtendenza con una stagione che tra Brasileirao e Copa Libertadores l’ha visto protagonista eccellente, capocannoniere di entrambe le competizioni.

Aveva faticato a entrare in partita e nel secondo tempo, decentrato sulla destra, non aveva inciso. Anzi, aveva sprecato anche un’occasione a porta semivuota. Eppure alla fine il destino ha scelto lui: tutto partito da un errore di Pratto, eroe nella doppia finale di un anno fa ma condanna nella partita di Lima, e da lì si è avviato tutto.

Gabigol la coppa l’aveva toccata al momento di scendere in campo. Contro ogni scaramanzia, perché poi a fine partita quella coppa se l’è presa con le sue mani. Nel finale è stato anche espulso, ma quasi non se ne è accorto nessuno. I suoi gol consacrano una squadra dal talento straordinario, che vanta giocatori di primissima fascia: veterani come Diego Ribas da Cunha, Filipe Luis e Rafinha (undicesimo giocatore a vincere sia Champions che Libertadores), giovani promettenti ancora non passati dall’Europa come Rodrigo Caio e De Arrascaeta.

Sono stati il miglior attacco ovunque, tanto da avere Gabigol e Bruno Henrique al primo e secondo posto della classifica marcatori sia del campionato che della Copa Libertadores. E di certo non potevano rimanere a secco nella partita più importante. Che di colpo è diventata anche la più emozionante, girata in 3 minuti da 1-0 a 1-2, per riportare al Maracanã una Libertadores che mancava dal 1981, l’anno anche dell’unica Intercontinentale vinta. In finale contro il Liverpool, che sarà poi anche l’avversario di quest’anno. Ma per quello c’è ancora tempo.

Redazione

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