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“Qualità e pazienza”. Prass racconta Fuzato, dal Palmeiras ai messaggi post derby

Difficile dare per scontata una prestazione da protagonista nel derby, a prescindere dagli obiettivi di stagione. Ma anche un posto fisso tra i pali della Roma che, nel giro di una settimana, ha reso Daniel Fuzato il titolare forse meno atteso del finale di stagione. 

L’ex terzo portiere è una piacevole sorpresa per i giallorossi e un’altra interessante eredità che Paulo Fonseca lascia a Josè Mourinho

 

 

E’ arrivato alla Roma nell’estate 2018; completo grigio e sorrisone, ringraziando chi aveva “realizzato il suo sogno”. Il ds giallorosso allora era Monchi che in quella stessa sessione di mercato aveva preso anche Olsen e Mirante; il tutto mentre la Roma salutava Alisson, direzione Liverpool. Scali diversi e un aereo dal Brasile portava in Europa questo giovane promettente cresciuto nel Palmeiras.

 

Fernando Prass: “Fuzato al Palmeiras? Tanto potenziale già da allora”

“Lo ricordo quando aveva 18/19 anni, era un portiere molto buono, tecnico e molto veloce. Già da allora avevamo visto tanto potenziale in lui. Un ragazzo serio, sempre molto concentrato. Nelle ultime partite in cui l’ho visto giocare mi è sembrato anche sereno, calmo; ha mantenuto queste caratteristiche. E questo dà tranquillità alla squadra”, parola di Fernando Prass che nel Palmeiras era il numero uno titolare quando Fuzato iniziava ad affacciarsi in prima squadra. 

 

Il suo primo “esempio dentro e fuori dal campo”, come lo stesso Fuzato ha ammesso quando Prass (classe ’78) si è ritirato, per provare a riassumere in una didascalia su Instagram quanto sia stato importante all’inzio della sua carriera. “E’ stato un privilegio crescere al tuo fianco, grazie per tutti gli insegnamenti”.

 

E a proposito di consigli, Prass ne ha sempre dato uno in particolare: “Gli dicevo che il portiere deve sempre allenarsi più duramente rispetto agli altri, è il ruolo che richiede un lavoro sempre maggiore perché lì non hai margine di errore. Tutto può essere fatale. Quindi l’unica ricetta che conosco per fare bene è lavorare. E penso proprio che abbia seguito questo consiglio”, ha spiegato a gianlucadimarzio.com. 

Fuzato, storia di un ex terzo portiere

Anche perché in questo modo è più facile farsi trovare pronti al momento giusto. Quattro presenze in A, cinque con quella di domenica prossima contro lo Spezia. Di nuovo. Dopo i 25 minuti giocati in quella gara di Coppa Italia dei 6 cambi e del 3-0 a tavolino. Dallo Spezia allo Spezia, Fuzato è un altro e soprattutto non è più un terzo portiere. 

 

Contratto in scadenza nel 2023 e un incontro a breve tra l’agente e il club giallorosso per parlare di futuro. Fuzato a Roma sta bene ma il desiderio di giocare e avere più continuità è chiaro. Anche perché tra l’esordio in A contro la Juve (agosto 2020) e la seconda apparizione in campionato sono trascorsi 9 mesi. Ma una qualità che secondo Prass non deve mancare mai in un numero uno è la pazienza: “Un portiere deve esserlo più di altri e lui a 23 anni lo è. Capita che si debba aspettare del tempo per avere l’occasione di giocare, non è una posizione in cui si fa tanto turnover, quindi è chiaro che a volte un portiere ha le sue chance di emergere a 25/26 anni.

Ora Fuzato ha l’opportunità di mostrare i frutti del lavoro che ha fatto. Deve essere paziente ma ha dimostrato di esserlo. Non solo, quando è stato chiamato in causa ha fatto vedere le sue qualità; sta maturando in maniera davvero interessante e col tempo migliorerà ancora”.

 

Prass: “Fuzato felice perché gioca. Ora gli auguro l’Olimpiade col Brasile”

Consigli e chiamate, messaggi e confidenze: “Ci sentiamo ancora; via WhatsApp ma a volte lo chiamo, come questa settimana in cui ha giocato due partite molto interessanti, prima contro l’Inter e poi il derby contro la Lazio. Abbiamo parlato, scambiato idee e lui era così felice per queste opportunità. A 22/23 anni è praticamente nel momento migliore della sua carriera perché ha trovato continuità.

 

Il suo trasferimento alla Roma? Penso sia stata un’occasione sensazionale. La concorrenza è molto forte, qui come lì. Penso che per un giovane portiere brasiliano la possibilità di partire in giovane età per crescere in Europa sia un’occasione clamorosa. E lui è maturato molto. Per me potrà fare una grande carriera.

Il calcio europeo? Penso che le maggiori difficoltà per i nostri portieri ci siano state improvvisamente qualche anno fa, perché adesso qui in Brasile c’è più attenzione alla parte tattica della partita. E anche qui ora molte squadre cercano e giocano con portieri bravi coi piedi, che possano aiutare la squadra nella costruzione del gioco, sia in fase difensiva che offensiva. Quindi penso che Fuzato non abbia avuto grosse difficoltà al suo arrivo da questo punto di vista”. 

E infine un augurio: “Per l’immediato futuro non posso che sperare che sia con la nazionale brasiliana a giocarsi le Olimpiadi di Tokyo. Siamo stati anche insieme nella nazionale olimpica, era il 2016, ha fatto tutta la preparazione con la squadra ma poi io mi sono fatto male. Se potrà vivere nuovamente la nazionale in quest’occasione sarebbe fantastico per lui, per collezionale minuti con il Brasile e far vedere ancora quanto di buono ha fatto fin qui”. 

Guendalina Galdi

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Guendalina Galdi

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