Diego Fuser per i laziali è stato il capitano che ha alzato una Coppa Italia da capitano e correva su e giù per la fascia. Per i romanisti, invece, è stato solo una comparsa, giunto nell’anno dopo lo scudetto: poche presenze, 26, contro le 242 in biancoceleste. L’ex calciatore ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport di un caso che a distanza di anni si ripresenta: quello di Kolarov: “Quando sono arrivato a Trigoria nel 2001 in pochi mi hanno ricordato il passato laziale, forse perché in mezzo c’era stata la parentesi al Parma. A tanti tifosi biancocelesti invece la mia scelta non è piaciuta. Ma noi eravamo e siamo professionisti”.
In quel ‘noi’ c’è il riferimento a Kolarov: “Sì, certo. A parte casi eccezionali come Totti e De Rossi da una parte o Nesta dall’altra non c’era e non c’è niente di male a cambiare squadra, dalla Roma alla Lazio e viceversa. Soprattutto quando ci sono altre società in mezzo e il passaggio non è diretto: in questo caso ci sono stati sette anni al City, nel mio caso le stagioni al Parma, altrettanto importanti nel mio percorso”. Eppure non è così frequente però questo passaggio: “Perché Roma è una città particolare, dove ci si identifica con la squadra in cui si sta e si crea un senso di appartenenza speciale. Così è difficile scegliere di andare dall’altra parte”. Sulla sua scelta: “Sono andato alla Roma perché mi dava la possibilità di giocare la Champions e perché pensavo che arrivando nella squadra campione d’Italia, che aveva preso il miglior giovane dell’epoca (Cassano, ndr), ci fosse la possibilità di conquistare lo scudetto. Invece niente, solo una Supercoppa e niente altro. E poi l’offerta economica era buona, difficile dire di no”.
Per i laziali era un idolo: “Me lo ricordo benissimo quel coro, sono legatissimo a loro. Ma anche i romanisti con me, pur non amandomi come gli altri, mi hanno rispettato”.
Sono comparsi striscioni contro di lui, da tutte e due le parti, e qualche coro non proprio di benvenuto. Non sarà altrettanto facile per lui: “Dopo un periodo di ambientamento sono certo che conquisterà i tifosi romanisti, mentre non so come i laziali lo accoglieranno al derby. Non è più alla Lazio dal 2010, nel calcio davvero una vita intera”. Fuser adesso ha chiuso con le due squadre romane e con il calcio: “Vivo vicino Asti, ho chiuso col calcio. Almeno per ora è così, mi dedico solo alle mie passioni e alla famiglia, conduco una vita tranquilla. Ma nel calcio non si sa mai cosa può succedere. Kolarov insegna…”
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