Un passo di samba e uno di tango. Prima la stoccata di Reinier, poi la testa di Soulé. Il Frosinone conquista tre punti importantissimi per il suo campionato battendo 2-1 il Verona dell’ex Baroni. Tra giocate di alta scuola e altre un po’ più rudi, caratteristiche di una squadra che all’ottava giornata di Serie A ha già conquistato 12 punti, a dispetto delle griglie iniziali che la vedevano spacciata in partenza.
E invece il Frosinone è vivo e ha risposto presente per l’ennesima volta. Come fatto contro avversari ben più blasonati di lui. Anche contro il Verona, squadra che concorre per lo stesso obiettivo dei giallazzurri, il leitmotiv è stato sempre lo stesso: arrivare al risultato passando solo ed esclusivamente dal bel gioco. Costruzione dal basso, anche prendendosi qualche rischio, anche con la pressione dei gialloblù al limite dell’area di rigore per provare a chiudere la fonte di gioco primaria.
Spazio alla qualità e alle idee dei due sudamericani sui trequarti. Reinier è un po’ timido, è all’esordio assoluto e si vede. Serve quasi un tempo per fargli togliere quel timore reverenziale di dosso. Primo minuto di recupero del primo tempo, Soulé imbuca in profondità per Cheddira che calcia, ma colpisce il palo. A rimorchio arriva proprio il brasiliano di proprietà del Real Madrid che, di prima, batte Montipò. L’esultanza è rabbiosa, quella di un giocatore che sa che può dare molto di più ma che non ne aveva ancora avuto l’opportunità. E la rabbia si vede anche pochi secondi più tardi, quando dopo un recupero palla sotto la tribuna centrale va a fomentare il pubblico presente.
Dopo Reinier tocca anche a Soulé, il giocatore con più classe e qualità della formazione giallazzurra. Dopo due pali – il primo arrivato dopo un’azione da fenomeno – raccoglie un cross di Marchizza e di testa riesce a segnare il 2-0 in una fase di gioco nella quale il Verona si stava facendo vedere dalle parti di Turati. “Oggi avrebbe potuto fare 3 gol – ha commentato Di Francesco sorridendo. Al triplice fischio mi si è avvicinato e mi ha detto che gli devo una cena, a lui e a tutta la sua famiglia… ma la sua famiglia è davvero molto numerosa, mi ha fregato. Ma va bene, voglio offrire cene a tutti quanti. Matias è un talento e i giocatori come lui vanno messi in campo per dargli modo di esprimersi” .
Idee, giocate e tanti sorrisi. Con un fútbol bailado che nessuno si sarebbe aspettato a inizio stagione ma che è diventato realtà. E questa realtà ad oggi è bellissima, come dichiarato da Di Francesco. Ma senza abbassare la guardia, perché: “12 punti in classifica sono ottimi, ma non dobbiamo né accontentarci né abbassare la guardia” .
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