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Francia, Giroud e gli 0 gol al Mondiale: “Meglio a secco, ma da campione”

È bravo, si applica ma rende poco. Se si dovesse definire Olivier Giroud sulla base di quanto visto allo scorso Mondiale non vi sarebbe esordio migliore. Nelle sei gare disputate durante il torneo, infatti, l’attaccante del Chelsea non ha siglato neanche un gol. Sfortuna, direte, e invece no: l’attaccante francese non ha scagliato neanche una conclusione verso i pali avversari ogni qualvolta è stato chiamato in causa. Uno psicodramma, insomma.

Intanto però Giroud è uno che i suoi gol li ha sempre fatti, nei club come in nazionale: per informazioni citofonare a casa Wenger, che si è affidato più volte a quel centravanti partito spesso come seconda o terza scelta all’Arsenal e capace di risolvere diversi rompicapi. Con la Francia, poi, la storia è sempre stata ricca di soddisfazioni: 32 reti in 84 partite per il trentaduenne, quarto marcatore più prolifico della storia dei Blues. Il gradino più basso del podio, occupato da un mostro sacro del calcio francese come David Trezeguet, è a un passo. Sono soltanto 3 i gol che lo separano dal sorpasso all’ex Juventus, che dopo tanti anni potrebbe cedere il passo alla torre nativa di Chambéry: “Quella statistica è lì per ricordarmi cosa fare. Vivo per questo – chiarisce Giroud a L’Equipe -, per imporre il mio nome negli annali del calcio e per rendere orgoglioso il mio paese“.

Quel doppio 0 tra le statistiche del Mondiale, però, continua a tormentare indirettamente Giroud: sono tantissimi d’altronde gli addetti ai lavori che gli hanno rimproverato il mancato apporto realizzativo in terra russa, e questo a dispetto del grandissimo lavoro sporco che ha permesso a Mbappé e Griezmann di fare sfracelli nelle aree avversarie. La voglia di crear polemica non fa comunque parte del carattere dell’ex Montpellier: come chiarito dal diretto interessato, infatti, l’assurdo paradosso vissuto al Mondiale non ha per nulla scalfito la sua voglia di emergere, né il desiderio di laurearsi campione con la sua Francia. “Sono uno a cui piace essere altruista, ho delle caratteristiche particolari. Ho pensato che sarei stato più felice di laurearmi campione pur non segnando, piuttosto che non diventarlo mettendo a segno 5 gol. È andata così, questo è stato il mio destino“.

Zero che torna ad essere un numero ricorrente per Giroud se si parla di rimpianti, vista la sua estrema soddisfazione per l’avventura russa. Ed il ritiro? Per quello c’è ancora tempo. Troppe le emozioni da vivere dentro al campo da gioco, con Maurizio Sarri che continua a concedergli spazio anche in Premier League: “Sarebbe stato facile andare via, mollare. Ma io so che posso dare ancora qualcosa alla squadra, so cosa posso offrire. Quando mi ritirerò il calcio mi mancherà terribilmente, e proprio per questa consapevolezza mi godrò ogni momento”. Zero dunque come tema che si ripresenta ancora, ancora e ancora nella carriera di Giroud, ma che stavolta equivale soltanto alla sua voglia di mollare. E il Chelsea e la Francia, dal canto proprio, ringraziano e si godono lo spettacolo.

Redazione

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