“Ho smesso di guardare troppo in là, penso solo al quotidiano. Con un solo verbo da applicare al campo: lavorare, lavorare, lavorare. Se lo faccio, i miei desideri si realizzeranno”. 24 anni da festeggiare a ottobre e un curriculum che racconta già di diverse vite calcistiche. Anthony Partipilo ha scelto le ambizioni e la serenità di Francavilla Fontana per consolidare l’ascesa verso il calcio che conta, quello che aveva toccato a 18 anni poi perso lentamente di vista. Per farlo ha scelto casa sua, la Puglia: una prima parte di stagione da protagonista nel girone C di Serie C con il Bisceglie, poi il 31 gennaio – sul gong delle trattative – il sì alla corte del presidente Magrì e del direttore Fracchiolla che cercavano il sostituto di Saraniti, passato al Lecce: “C’erano anche delle possibilità in B, ma ho scelto la Virtus e ne vado fiero – spiega Anthony a gianlucadimarzio.com – rimpianti? Zero, quest’anno sono ritornato tra i professionisti dopo essermi rimesso in gioco in Serie D. Non c’è fretta”.
Le porte della zona playoff sono vicine con il nono posto e 44 punti in tasca, ma prima occorre un ultimo sforzo. A partire dal derby d’alta quota di domenica a Monopoli: “In questo momento tutte le gare sono importanti, non puoi rallentare un attimo. Affronteremo una squadra forte e attrezzata”. La forza, ne è convinto, sta nella serenità interiore: “Io dico sempre che la vittoria è una lunga pazienza”. E’ questo il suo mantra. Inevitabile per chi è ripartito dalla Serie D un anno e mezzo fa. Puglia, 40 chilometri da casa; Bisceglie, annata da protagonista e promozione. “Che ci fa con quei piedi in questa categoria?” la domanda che si poneva chi lo guardava giocare. “Evidentemente valevo la D – la risposta di Partipilo – dopo Bari volevo dare una svolta e capire cosa potevo diventare”.
Un mancino che parte da destra, l’intesa con l’allenatore Gaetano D’Agostino è stata immediata: “Piedi pregiati? Il suo… – sorride – lui ha giocato per 15 anni in Serie A e mi sta insegnando tanto, dalla postura ai contromovimenti alla tattica. Sto imparando tanto e sto traendo tanti benefici”. Anche se c’è una sfida che Partipilo proprio non riesce a vincere: “Il venerdì ci sfidiamo sui calcio di punizione – rivela – ma vince quasi sempre lui…”. La lista degli insegnanti non si ferma qui: “Chi mi ha dato tanto è stato Federico Giampaolo nella Primavera del Bari, poi Nunzio Zavettieri che ho ritrovato a Bisceglie, Nicola Ragno, o Aldo Papagni che mi ha allenato nel Savoia” ricorda.
Nell’album dei ricordi, una data chiave è quella del 15 dicembre 2012. Bari-Novara, esordio di Partipilo in Serie B: 28 minuti unici, per emozioni provate e per definizione. “Quel giorno è stata una festa, ho giocato con la maglia della mia città e nel mio stadio. Sarò sempre grato a Torrente che mi ha fatto esordire”. Due anni dopo, la nuova chance: titolare nel derby di Coppa Italia con il Foggia nell’agosto 2015, poi il numero 0 alla voce ‘presenze in campionato’. Partipilo ripercorre quei momenti, senza rimpianti: “Davide Nicola puntava su di me, ma nella parte finale del calciomercato estivo sono arrivati nomi importanti come Maniero, Valiani, Rosina. Così non c’era più spazio e ho deciso di cambiare”. E non andando dietro l’angolo, ma volando in Romania per vestire la maglia del Cluj: “Mi è servito tanto, anche se non ho mai giocato. Perché? Due infortuni e un allenatore che non mi vedeva. Poi sono tornato in Italia”. Resta il ricordo di quel derby, fortemente attuale ora che Foggia-Bari torna allo Zaccheria 21 anni dopo l’ultima volta: “Mi spiace tanto che i tifosi del Bari non possano esserci, visto il divieto di trasferta – dice Partipilo – è una sconfitta per tutti, senza tifosi sugli spalti non è calcio vero”.
I colori biancorossi sono nel cuore, così come i tanti ricordi nel capoluogo. Dove Partipilo è cresciuto a pane e pallone: “Mi sento ogni tanto con Galano e sono cresciuto nel Bari con Gaetano Castrovilli, che seguo e apprezzo tanto”. L’amico nel pallone, però, è Giovanni Di Noia, coetaneo e oggi al Cesena: “Siamo come fratelli – sorride Anthony – ora è in Serie B, è un ragazzo d’oro. Vuoi sapere la verità? Io e lui ci siamo promessi che avremmo giocato da avversari nella stessa categoria. E’ una promessa che ci siamo fatti e spero di riuscire a portarla al termine”. Promessa, come quella fatta a Claudia, sua futura moglie: “Ci sposeremo l’anno prossimo. Prima di entrare in campo do un bacio all’anello che mi ha regalato”. E in casa l’erede c’è già: “Vito, ha 2 anni. Già ha dato i primi calci al pallone ed è tutto mancino come il papà”. Che è contento e lo fa capire… “Vero – aggiunge – forse è meno felice la mamma, visto che qualche danno in casa lo abbiamo fatto”. Oggi cosa chiedere al futuro Partipilo? “Serenità, gli obiettivi arriveranno. Lo ripeto: la vittoria è una lunga pazienza”.
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