Paulo Fonseca è stato negli scorsi anni un punto di riferimento importante per il rilancio della Roma in Serie A e in Europa. L’ex allenatore dei giallorossi si siede adesso sulla panchina del Lille, ma ha ancora un occhio di riguardo verso il campionato italiano.
Intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport, Fonseca ha parlato del Napoli e del suo percorso in Serie A: “Sta andando fortissimo. È la dimostrazione di una strategia intelligente. C’è qualcosa del mio Lille nella loro strategia? Sì. Ho accettato questa proposta perché mi hanno affidato un progetto di valorizzazione nel quale posso proporre la mia idea di calcio. È un anno zero, vediamo dove possiamo arrivare”.
Il Lille si trova adesso a due punti dalla zona Europa: “Proveremo a raggiungere le prime posizioni ma senza essere ossessionati dalla classifica. A parte il Psg, nella Ligue 1 ci sono sette-otto squadre che possono giocarsi gli altri posti”.
Fonseca ha parlato anche di Ounahi, protagonista a sorpresa al Mondiale con il Marocco: “Ho provato a portarlo a Lille in estate, ma non ce l’hanno dato. È un campione. Ora penso che andrà in un top club”.
Fonseca ha parlato del Portogallo e delle voci su un possibile ruolo da CT per Mourinho: “Leggo che è una possibilità. Ma non ho informazioni dirette, non sento Mourinho dai giorni in cui ha firmato per la Roma”. E a proposito del portoghese e dei giallorossi, Fonseca ha spiegato come mai Mourinho non riesca a far fare il definitivo salto in Serie A alla squadra della Capitale: “Perché in Italia è dura. C’è molta concorrenza per l’alta classifica”.
Secondo Fonseca, questa Roma può essere considerata più forte della sua? “Non posso dire il contrario. Mi sembra evidente. Basta guardare gli investimenti che i Friedkin hanno stanziato sul mercato”. Il portoghese è tornato anche sul “caso” Dzeko che esplose ai tempi della Roma: “Dico solo che Dzeko per la mia Roma era come Ronaldo oggi per il Portogallo, non era un campione semplice da gestire”.
Un commento finale da parte dell’allenatore del Lille sull’esperienza alla Roma, in cui torna su un errore che ancora oggi rimprovera a se stesso: “Il cambio di modulo. Tornassi indietro non giocherei con la difesa a tre e infatti qui a Lilla non lo faccio. La migliore Roma di Fonseca, propositiva e brillante, giocava con il 4-2-3-1“. L’intervista completa è nell’edizione di oggi del Corriere dello Sport.
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