“Dopo aver sofferto e atteso così a lungo, Ranieri ha strameritato questo successo”. Daniel Fonseca si commuove quando parla del suo “maestro”. Anzi, del suo “padre” calcistico, come lui stesso ama definirlo. Le loro strade si sono incrociate a Cagliari nel ’90 e se non ci fossero state le reti di Fonseca forse la storia di Ranieri avrebbe preso una strada diversa. “E’ stato come un padre adottivo per me” – dichiara l’ex attaccante dei sardi ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – “Lui mi volle a Cagliari. Poi mi portò a Napoli. Nei primi mesi rossoblù non riuscivo a segnare e se ho resistito lo devo a Ranieri, che mi ha aiutato nei momenti difficili e ha sempre creduto in me. Dopo un anno e mezzo in Sardegna passai in azzurro per una cifra altissima per l’epoca. In seguito all’addio di Maradona scelsero me come giocatore straniero su cui puntare e questo mi riempì d’orgoglio”.
Una storia di “sorrisi e lacrime” quella tra i due: “Con Ranieri c’è sempre stato un rapporto fantastico, mi sento in famiglia e le uniche due volte che ho pianto in carriera l’ho fatto per lui. La prima quando lo esonerarono a Napoli, sono stato malissimo. Andai in Campania proprio perché c’era lui come allenatore. Mi chiamò tutti i giorni per sei mesi per convincermi a raggiungerlo. C’erano tante offerte, ma alla fine prevalse il cuore. Dopo l’eliminazione dalla Coppa Uefa da parte del Paris Saint-Germain e alcuni risultati negativi in campionato lo mandarono via. Fu la prima volta che piansi per un allenatore. Ieri è arrivata la seconda, sempre per lui. Ma stavolta ho pianto di felicità. Sono contentissimo per Ranieri, perché se lo merita, è un grande uomo. Penso che tutti quelli che lo conoscono veramente non possano che amarlo”.
In pochi minuti i ricordi si rincorrono. Emozioni intense che quasi strozzano la voce all’ex attaccante dell’Uruguay: “A Cagliari eravamo spacciati, la retrocessione era già scritta. Lui riuscì a farci credere nell’impresa. Quelle frasi diventarono dei tormentoni, che mi sono rimasti dentro per sempre. ‘Non guardiamo gli altri, guardiamo a noi stessi, come migliorarci’. ‘Non mollate mai, nulla è impossibile’. ‘Accetto una sconfitta solo se gli avversari sono stati più bravi di noi’ tutte queste frasi qua mi fanno venire i brividi, mi emozionano ogni volta che ci penso. Mi fanno tornare indietro di 26 anni, quando tutto cominciò. E mi fanno pensare al Ranieri uomo, grande psicologo. Con un allenatore del genere, carismatico, deciso, ma anche affettuoso, ogni giocatore è disposto a dare tutto. Ha tante qualità e ha subito critiche assurde. Io adesso sono l’uomo più felice al mondo perché lui, dopo aver sofferto e atteso così tanto, merita questo successo”.
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