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Foggia, Galano sulla giostra del gol: “La serie A il sogno più grande”

In passato si erano sfiorati, guardati a vista, avvicinati ma mai abbracciati. Come nel dilemma del porcospino, che afferma che tanto più due esseri si avvicinano tra loro, molto più probabilmente si faranno male. Cristian Galano il suo Foggia lo aveva ferito il 26 novembre 2017, quando al San Nicola aveva messo la firma sul derby vinto per 1-0 dal Bari all’ultima curva. Ora il presente del Robben di Capitanata è rossonero, a tinte forti. Come le emozioni suscitate dai due gol fondamentali nelle vittorie contro Benevento e Ascoli, gioie annunciate dal rigore procurato a Pescara e sprecato da Mazzeo. Nel Foggia di Grassadonia che ha già cancellato la penalizzazione di inizio campionato c’è la firma dell’attaccante classe 1991, tornato alle sue origini per scrivere un nuovo capitolo di una storia calcistica fatta di tecnica, salti di qualità sfiorati e rimonte. Come quella chiesta al gruppo rossonero, partito con un -8 in classifica e ora a quota 4. “Stiamo lavorando bene e ora i risultati si vedono – spiega Galano a gianlucadimarzio.com – occorre avere grandissima umiltà perché abbiamo le qualità per andare avanti”.

Il campionato di Cristian è partito in ritardo: colpa della squalifica rimediata il 3 giugno a Cittadella, dove il Bari aveva chiuso il suo cammino playoff e la sua storia in serie B. Tre turni di stop e un inizio di stagione vissuto da spettatore. Dal momento del suo ingresso in campo, però, Galano è stato sempre decisivo. Fino al gol contro l’Ascoli, segnato ai piedi della Curva Sud frequentata da giovanissimo, quando era un tifoso del Foggia con Pasquale Marino in panchina e Roberto De Zerbi in campo: “È stata un’emozione molto forte, dato che non avrei mai pensato di poter esultare sotto la curva dove da bambino andavo da spettatore – racconta – spero di riuscire a regalare ancora gioie alla mia tifoseria. Mi consento di dedicare a me stesso i miei traguardi, per tutti i sacrifici che ho fatto da bambino e che comunque continuo a fare per raggiungere i miei obiettivi”.

Sacrificio. Un vocabolo che ha accompagnato la carriera di Galano in ogni step. Dall’esordio a Bari all’apprendistato a Gubbio, fino alla consacrazione nel capoluogo pugliese e all’intervallo di Vicenza. Inverno 2016. Il Foggia presentò ai veneti un’offerta di circa 400mila euro per portarlo in rossonero e farne la pedina decisiva per l’assalto alla B, ma Cristian preferì tornare a Bari. “Il Foggia mi cercava da due anni ma per un motivo o l’altro non eravamo mai riusciti a incrociarci – ricorda lui – il fallimento del Bari mi ha aperto le porte della Serie A, poi a Parma non è andata bene e c’è stata questa occasione. Ho accettato al volo”. In rosa Grassadonia gli ha cucito un ruolo nuovo: non più largo a destra, ma trequartista alle spalle di Mazzeo. In attesa che rientri Iemmello e si possa varare il tridente: “Ci sarà da divertirsi – sorride Galano – tutti sappiamo che Pietro è un giocatore importante e sicuramente anche lui con la sua esperienza ci darà un grande aiuto per raggiungere i nostri obiettivi”.

La prima parte della serie B 2018/2019 ha lanciato la macchina del gol made in Puglia: il Foggia ha segnato 14 reti e ne ha incassate 13, il Lecce è a 12 punti e i 13 gol realizzati dal gruppo di Liverani valgono il terzo posto. E tra due settimane sarà derby. Non parlate però a Galano di difesa che non funziona: “I gol si subiscono sempre per errori di squadra, abbiamo una difesa forte e di questo abbiamo ragionato. Dobbiamo difendere meglio tutti”. D’altronde, gli ex difensori in panchina hanno sempre portato bene all’attaccante rossonero. Torrente lo aveva plasmato a Bari, con Grosso ha vissuto la migliore annata dal punto di vista realizzativo (17 centri nella scorsa stagione), e ora tocca a Grassadonia: “Penso sia un caso, perché ogni allenatore ha i suoi concetti e i suoi moduli – sottolinea lui – Torrente mi ha dato tanto perché è stato lui a farmi crescere dandomi la possibilità di mettermi in mostra, sin dai tempi di Gubbio. Grosso mi ha dato tanto e allo stesso tempo mi ha tolto tanto, ma sono riuscito comunque a fare abbastanza bene. Con Grassadonia siamo ancora all’inizio ma mi trovo bene perché è molto preparato e ha un’idea di calcio molto propositivo, ci valorizza”.

Parli di Galano e non toccare il recente passato è una missione impossibile. L’estate lo ha visto fare le valigie per due volte. Se da Parma a Foggia la scelta è stata condivisa, l’addio a Bari è stato forzato. E ha fatto rima con fallimento societario: “Sinceramente nessuno si aspettava che finisse in quel modo e noi abbiamo sperato fino alla fine che tutto si risolvesse – ammette a gianlucadimarzio.com – poi dopo lo svincolo ognuno ha preso la propria strada”. I colori biancorossi, però, non gli sono indifferenti: “Vedere il Bari in serie D fa malissimo, una piazza così importante e calda non meritava tutto questo. Sono sicuro però che la forza della gente, che in questi anni non ha mai mollato, sarà una spinta fondamentale per risalire presto. E lo faranno”.

Bari fa rima anche con la promozione sfiorata, alla ricerca di quella serie A che Galano, nonostante i numeri e le qualità non ha ancora assaporato. A 27 anni è anche tempo di bilanci e autocritica: “Alcune volte avrei potuto essere più grintoso, ma credo di aver dimostrato tanto e se non sono riuscito mai a fare quel salto di qualità tanto sperato e sognato è stato anche a causa di alcune dinamiche a me ancora sconosciute, ma che purtroppo ci sono nel calcio – spiega – comunque io continuo per la mia strada cercando di migliorarmi ogni giorno e dare il massimo. Sono convinto che il traguardo sarà raggiunto”. Magari con il Foggia, la squadra di casa sua abbracciata solo nella piena maturità: “Non so se è un segno del destino o altro, ma so per certo che la serie A è stata sempre il mio sogno più grande e spero comunque di raggiungerlo. Ora però, penso alla realtà e al mio presente che è Foggia e spero che tutti possiamo toglierci al più presto le nostre soddisfazioni”.

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

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