Il selfie di Jacopo con Foden
L’intervista a Jacopo Montenegro, il protagonista della notte di Manchester.
Fermatevi per un secondo e pensate di diventare in pochi minuti una star sui social. No, non perché vi siete trasformati in un influencer o per un reel diventato virale. Piuttosto per il fatto di aver fatto qualcosa di tanto semplice quanto unico. E siete stati i primi a farlo. Il tutto al fianco dei vostri familiari e seguendo quella che è la vostra passione.
Non è possibile? Spesso no, ma qualche volta sì. Chiedere per informazione a Jacopo Montenegro, ragazzo 29enne di Torino. Il suo nome, ma soprattutto il suo volto, in poche ore hanno fatto il giro del web. “Da questa mattina mi arrivano messaggi da tutto il mondo. Sono nel bel mezzo di un turbinio di emozioni, chi se lo sarebbe mai aspettato?“. Jacopo risponde dall’aeroporto di Manchester, sta per tornare in ritardo. Le risposte si alternano alle persone che gli chiedono delle foto e degli autografi. Alla fine, nessuno si era mai fatto una foto in campo con un giocatore durante una partita di Champions League per festeggiare un suo gol, no?
Ma andiamo con ordine e facciamo un passo indietro. Torniamo alla sera di mercoledì 5 novembre. Per la precisione al 22′ di Manchester City-Borussia Dortmund. Foden porta in vantaggio la squadra di Guardiola. La vita di Jacopo sta per cambiare per sempre. “Dopo il gol è corso verso noi tifosi. Ci siamo guardati negli occhi e mi ha indicato, come se in lui ci fosse già la consapevolezza di cosa sarebbe successo poco dopo“. Jacopo si ritrova “abbracciato con Haaland, Savinho e gli altri giocatori del City, come se fossi uno di loro. Poi è rimasto solo Foden“. Ha il telefono in mano: “Mi è venuto spontaneo fare un selfie. Reijnders ha guardato tutta la scena ed è scoppiato a ridere“.
Jacopo diventa l’idolo dello stadio: “I tifosi mi hanno chiesto di mandare la foto che avevo fatto“. Tifosi e non solo: “Non ho mai visto nulla del genere, me la mandi? “, la richiesta della social media manager del City. Quella foto farà il giro del mondo.
Ma com’è nato il viaggio? “Io, mio fratello e i miei genitori siamo nati nella stessa settimana. E poi amiamo il calcio. Mio fratello è cresciuto nelle giovanili del Torino, ora gioca in D. Quindi ho proposto di regalarci questa esperienza.“. E in Jacopo nasce subito l’idea: “Sapevo che in Inghilterra spesso i giocatori esultano insieme ai tifosi, non ci sono barriere. Certo, mai avrei pensato di farci un selfie“.
Il resto… è storia. L’aereo, l’arrivo in Inghilterra, una birra al pub e una sciarpa comprata per ricordare quella notte. Anche se, ben presto, il ricordo da tenere con sé diventerà un altro. Un’immagine indelebile. Nella memoria, nel cuore. Anche poco prima di tornare in Italia: “Un’emozione unica. Ora però prendo l’aereo, ho allenamento questa sera. E domani c’è la sveglia delle 7 per tornare al lavoro“. Con un’istantanea in più.
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