La sua seconda gemma in biancorosso non è servita a portare nella cassa di Stefano Colantuono il bottino pieno. E tanto basta per non farlo essere “contento, sono amareggiato perchè senza vittoria il gol vale poco”. Antonio Floro Flores è fatto così: generoso, impulsivo e altruista. Segna per sè, ma soprattutto per gli altri. A Cesena, schierato come apice dell’albero di Natale studiato dall’allenatore del Bari, con Galano e Brienza alle sue spalle, ha confermato il killer instinct ritrovato in serie B, dopo sei mesi vedendo poco campo in A con il Chievo Verona: palo a Cittadella, due occasioni contro il Perugia, reti a Vicenza e Cesena. Ancora di testa, questa volta su un cross da sinistra al 16′ del primo tempo: corner di Brienza, Ligi e Balzano beffati e stacco preciso che muore sul secondo palo.
In settimana la febbre aveva rischiato di metterlo ko. Poi il recupero e la presenza tra i titolari. Pochi palloni toccati al “Manuzzi”, in una partita a fare a sportellate con tre corazzieri come Perticone, Rigione e Ligi: nel mezzo, una rete e una serpentina conclusa calciando a lato dopo aver saltato Perticone e con Agliardi e la porta di fronte. Ma guai a pensare a un gesto di egoismo: “E’ difficile per un attaccante vedere un compagno di squadra libero, veniva facile calciare. Non mancherei mai di rispetto a Ciccio, non c’era malizia: mi spoglierei nudo per fargli fare gol” scherza ma non troppo. Questione di feeling: come quello che cresce, anche con Galano e gli altri compagni di reparto: “L’intesa migliora giorno per giorno, ma dobbiamo essere più maliziosi. Oggi ci dobbiamo rammaricare, perchè contro una squadra ben messa in campo e che sta bene fisicamente, se fai la partita per mezz’ora devi riuscire a vincere”.
E invece è stato pareggio. Giusto per quanto visto in campo, con un Cesena più intenso e convincente nel secondo tempo: il digiuno da trasferta in casa Bari, intanto persiste da cinque mesi. 3 settembre 2016, 0-1 al “Curi” di Perugia alla seconda giornata. Antonio non c’era, ma conosce la via per tornare ai tre punti lontano dalla Puglia: “Dobbiamo essere più maliziosi: mi riferisco a tante piccole situazioni di gioco che occorre gestire meglio. Siamo solo noi gli artefici del nostro destino”. E come non credergli.
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