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Florenzi, 25 anni di corsa: “Cercherò sempre di migliorarmi”

“Si può sempre migliorare e lo farò finché avrò la forza di giocare a pallone”. Basterebbe questa frase – pronunciata ai microfoni di Roma Radio – per capire che professionista, ma soprattutto, che persona è Alessandro Florenzi. Su e giù lungo quella fascia. Non importante se partendo dalla difesa, dal centrocampo o dall’attacco. Il centrocampista giallorosso dà sempre il massimo.

Oggi come ieri, nel giorno del suo venticinquesimo compleanno, Florenzi ha le idee chiare anche sul suo futuro “Per me la Roma è una seconda casa. Vengo tutti i giorni a Trigoria e ci trovo una famiglia. Sto benissimo qui, speriamo di continuare negli anni con questo rapporto”.

Una famiglia ed un pallone. Un filo conduttore che lo ha sempre accompagnato: papà Gigi giocava nella Fortitudo, il fratello Emiliano nell’Atletico Acilia. La mamma? Sempre affaccendata a fare e disfare i borsoni dei suoi 3 uomini di casa e a gestire il bar del centro sportivo della squadra del fratello. E poi, non possiamo non nominare la nonna. Anche lei, indiscussa protagonista della parabola calcistica del giovane Alessandro. Gol, 2-0 al Cagliari, e corsa verso gli spalti. Nonna Aurora ad aspettarlo per un abbraccio divenuto ormai epico. Immagini destinate a rimanere per sempre nella storia del calcio. Come quel tiro senza pretese che diventa il gol della vita. C’è tutta la storia di Florenzi nella magia che ha stupito il mondo e lasciato di sasso il Barcellona dei fenomeni.

Istinto, pensiero, pazzia, cuore. Qualità che gli hanno permesso di arrivare ad essere il capitano più giovane dal 1998 ad oggi a calcare il prato del Bernabeu in una sfida di Champions.

Tutto ciò senza dimenticare gli anni importanti della gavetta. Dalla Lodigiani al Crotone. Tanta fatica e tanto sudore gli hanno permesso di capire che talvolta, è preferibile aiutare un compagno piuttosto che eseguire un bel dribbling. Umiltà e ambizione, d’altronde, hanno sempre camminato assieme nei pensieri di Alessandro. Perché se è vero che tanti obiettivi devono ancora essere raggiunti, non bisogna mai dimenticarsi da dove si viene. “Il Crotone in Serie A? Sarebbe fantastico. Ho vissuto un anno fantastico in Calabria. Sarei felice, ho ancora molti amici li”.

Gianluca Di Marzio

Ci ho messo più di trent'anni per tornare dove sono nato. Non conoscevo le strade, non sapevo a memoria le vie, ricordavo solo il nome della clinica -Villa Stabia- dove mia madre mi aveva dato alla luce. Più di trent'anni sì, non proprio un figlio modello per la mia città, Castellammare di Stabia, una trentina di chilometri da Napoli. Lì sono nato il 28 marzo del 1974, sono Ariete per gli amanti dei segni zodiacali, non chiedetemi l'ora e comunque non sono un fanatico degli ascendenti.

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